Regia: Jonathan Demme
Anno: 1991
Titolo originale: The Silence Of The Lambs
Voto: 8/10
Pagina di IMDB (8.6)
Pagina di I Check Movies
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Alcuni film nascono capolavori e restano capolavori. La migliore pellicola con Hannibal Lecter è tra questi. Ora no ovvio, ma la prima volta che l'ho visto, posso dire di aver anche avuto paura: la tensione è talmente calcolata bene qui dentro che supera di diverse lunghezze quella che molti film horror cercano di raggiungere. Già, eppure questo non è un horror, ma un thriller, uno dei migliori appunto. Claustrofobico quanto basta, già dalle prime immagini e dalle riprese che sembrano travolgere i personaggi, la fotografia ci proietta in un mondo segreto, nascosto, in cui il male è un aspetto interiore da dover tirare fuori. Inutile stare a blaterale su quanto sia forte la parte psicologica dei protagonisti, il tema della mutazione, anche metaforico, quindi concentriamoci su cosa riesce subito perfettamente: il colpo d'occhio. Infatti la storia si muove grazie ad una serie di indizi visivi che colpiscono chi è dentro al film come chi lo sta guardando. L'indugio sulla penna posata accidentalmente, la larva trovata nell'esofago di una vittima, le foto scattate ed abbandonate nascoste in una stanza... Demme coglie quei particolari e ce li mostra, rendendoci partecipi di una caccia all'uomo che però si concentra quasi esclusivamente sul profilo della psiche del killer. Due aspetti che vanno di pari passo ed è bello capire che nonostante quelli visivi siano sotto i nostri occhi, ci facciamo colpire da quelli più interiori, audacemente modellati per far sì che il thriller sia originale ed atipico. Una sostanza composta da due elementi fondamentali. Un labirinto nella realtà e nella mente malata sia del killer che del Dottor Lecter, il quale riesce a sbrogliare la matassa a suo piacimento. Un mostro che non solo si ciba delle sue vittime, ma che fagocita i ricordi e li trasforma poi in strumenti quando per sopravvivere in una cella di isolamento, quando per aiutare l'agente dell'FBI nel suo lavoro. Poi oh, Anthony Hopkins e Jodie Foster, che ve lo dico a fare...
Piccola nota grammaticale che non c'entra nulla, ma che mi piace scrivere. "Quid pro quo" avrebbero fatto meglio a tradurlo in "do ut des" perchè da noi ha il significato di equivoco , non di scambio.
Piccola nota grammaticale che non c'entra nulla, ma che mi piace scrivere. "Quid pro quo" avrebbero fatto meglio a tradurlo in "do ut des" perchè da noi ha il significato di equivoco , non di scambio.
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