Regia: Ridley Scott
Anno: 2015
Titolo originale: The Martian
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (8.1)
Pagina di I Check Movies
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Ridley Scott con la fantascienza ha un buon feeling. Ed io lo ho con ciò
che produce: The Martian, pur non convincendomi nella sua totalità, fa
parte di quei piacevoli film di fantascienza che risultano godibili ed
apprezzabili. Tanto per
cominciare è un tipo di fantascienza realistica, possibile: la storia è
tratta dal romanzo “L’Uomo Di Marte” di Andy Weir ed è ambientata in un
futuro non troppo lontano, plausibile e senza troppi fronzoli, in cui
la NASA programma missioni umane sul pianeta
rosso. La trama si divide bene tra nozioni scientifiche, avventura e
pathos riuscendo ad allontanare il più grosso problema che sta alla base
del film: non succede niente di particolare. Ok, il protagonista (Matt
Damon) è rimasto solo ed abbandonato su un
pianeta senza grandi riserve di cibo, acqua, ossigeno... Ma il cinema
ci ha abituati pure a ben altri pericoli: extraterrestri (per fortuna
qui non ce n’è neanche l’ombra), calamità bibliche, guerre spaventose e
così via. Il nostro Mark deve “soltanto” sopravvivere
in un ambiente ostile, e ci riesce. Senza fare il super eroe, senza
fare il grosso e puro. Lui e tutto lo staff della NASA che lo segue e lo
aiuta nell’impresa. Già perchè The Martian è lontano dall’essere
“l’amerigganata” in cui tutto fila liscio. Anzi, gli
errori umani sono all’ordine del giorno, con valutazioni sbagliate,
scelte politiche poco raffinate, calcoli non esatti. E’ un susseguirsi
di rattoppamenti: addirittura si accetta l’aiuto della Cina. Tutto
questo per salvare un sopravvissuto, uno solo, non
la Terra da un asteroide. Il bello è che se si esclude il finale, un
tantino sopra le righe, la sceneggiatura risulta alquanto credibile.
Senza troppe esagerazioni e la giusta dose (di quelle che fanno piacere,
ma non annoiano) di nozioni scientifiche e tecniche.
Altro punto di forza è il personaggio interpretato da Damon, che con il
suo fare professionale, senza machismi ed un po’ di simpatia, risulta
un buon nerd per cui parteggiare. Si ricorda (e ci ricorda) del Mars
Pathfinder, gioiello dei sogni negli anni novanta.
Un appunto va però scritto sulla prova attoriale: bene in alcuni casi, quelli che definiscono il personaggio come scienziato, male quelli dal punto di vista umano: in praticamente nessuna occasione sdà di capo o si affligge. Ok, il messaggio positivo e poter pensare che tutto vada per il meglio, ma un minimo di pathos e di paura (terrore) sul suo volto sarebbe stato maggiormente gradito. E' anche vero che a differenza di tanti altri naufraghi o dispersi lui ha dalla sua la tecnologia e possibili contatti con chi dovrà portarlo in salvo. Resta da aggiustare nelle parti finali in cui il caso e le scene fortuite prendono il sopravvento sulla scienza e la tecnologia, ma nel complesso è un bel film di fantascienza.
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