Oggi tutto perfetto: Miami e' cool. E l'America e' sempre l'America, qui le cose funzionano, sono semplici, sono possibili, spesso sono fatte bene. Cosi' anche se la grandezza della citta' ci prende alla sprovvista, con Uber e vari taxi ci muoviamo riuscendo a vederla in largo, ma soprattutto in lungo. Ocean Drive ci ospita come prima tappa della mattina che prosegue su una delle spiagge piu' famose ed invidiate del mondo. Il caldo e' eccessivo, l'acqua dell'oceano accettabile e la fauna autoctona di primissima scelta. La legge (della sopravvivenza) pero' proibisce di fotografare culi, per questo motivo non ne troverete. Lavorate d'immaginazione. Proseguiamo il nostro trip con visita a Vizcaya: una sorpresa inaudita che ci riporta ai primi del 900. Cultura a parte, ricorda troppo una di quelle di ville dei narcotrafficanti sudamericani, con giardini, fontane, teatri e labirinti. Ci affidiamo poi ai consigli della rete e macinando altri chilometri in lingua latina entriamo nel Parco Bill Baggs per ammirare (con un po' di fatica) il faro. Da buoni salutisti quando la teoria diceva che fosse l'ora di pranzo ci siamo fatti un frullato, di quelli che fanno bene (vari frutti piu' spinaci) cosi' carichi e possenti ci ricordammo di fare il pranzo, quello vero, alle 17:00. L'anima spagnoleggiante ci ha preso in toto. Ma la gita giornaliera non termina qui:visitiamo Wynwood Walls e le gallerie d'arte per poi concludere la serata a Coconut Grove con cibo peruviano. Giornata calda e carica, ma Miami porta con se' numerose attrazioni.
Nota a pié di pagina:
siamo molto amici dei tassisti, sono i nostri compagni di scena migliori. Per lo più cubani immigrati che non sanno un'acca di inglese. Ma che non amano Castro, amano la libertà e se ne fregano della lingua.
Abbiamo anche conosciuto Mary Farah, attrice (presente anche su Imdb: nm6634677) e tassista al solito tempo. Innamorato.
Foto di Miami (26/03/2016)
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