Regia: David Wnendt
Anno: 2015
Titolo originale: Er Ist Wieder Da
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.1)
Pagina di I Check Movies
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Su certi argomenti non si scherza!!! Ed infatti non è uno scherzo. Adolf
Hitler è tornato veramente. Non si tratta di un comico, o di un impostore, ma di quello
vero. Ed il film di David Wnendt (basato sul romanzo omonimo di Timur
Vermes) risulta geniale
per come riesce ad affrontare un tema, ancora oggi scomodo. Non tanto
in generale forse, ma mettiamoci anche nei panni dei tedeschi. Oggi sono
lì tutti beati e tranquilli che governano l’Europa biondamente
conquistata a colpi di economia ed austerità e si
trovano davanti un film a metà tra il documentario improvvisato, la
satira politica (purtroppo non feroce come mi sarei aspettato), la
commedia irriverente e la critica alla propria società. Ci domandiamo:
come farebbe Hitler a conquistare il popolo oggi?
Semplicemente sempre attraverso la demagogia, i media e le emozioni. Se
inizialmente si crea un legame empatico tra il nazista e lo spettatore
(ricordiamoci che solo noi sappiamo che lui è il reale fuhrer), è solo
perchè lo vediamo come una caricatura impotente
di se stesso, conosciamo già la storia e sappiamo, o meglio crediamo di
sapere, che non potrà mai avere troppo successo. Eppure, tra una
trasmissione e l’altra (la tv manda in onda solo spazzatura, fin troppo
semplice far leva sugli ideali politici) c’è il tempo di parlare
con la gente di strada e di far visita e confrontarsi con le alte sfere
dei partiti di estrema destra tedeschi (ridicolizzandoli perlopiù).
Comunque Oliver Masucci è bestialotto nella parte, davvero sensazionale
anche se io mi aspettavo Hitler un po’ più basso,
meno massiccio e più mingherlino. Di fatto però i suoi atteggiamenti ed
i suoi discorsi non fanno trapelare la pericolosità che invece
comporta: è proprio uno dei motivi che lo hanno portato ad essere eletto
democraticamente negli anni trenta. Grossa mazzata per i tedeschi.
In quanto a noi italiani siamo molto più aperti sulla questione,
possiamo sbagliare, è nel nostro DNA, lo ammettiamo, facciamo finta di
niente, ci incazziamo pure e poi continuiamo a sbagliare. Anche noi del
resto abbiamo messo al potere Mussolini. E Berlusconi?
Tutti a lamentarsi, ma era stato votato. E Renzi? No vabbeh lui non è
stato veramente votato. Comunque tornando al film, è importante
sottolineare quel profondo senso di sottovalutazione del pericolo e
dell’uomo che è stato e che in fin dei conti è ancora. Ok che i tedeschi non lo considerano quello
vero, ma soltanto un comico o meglio un imitatore, però a maggior
ragione non dovrebbero farsi esaltare dalle sue parole. Solo l’anziana
donna ebrea riconosce in lui il male, ed il popolino si ribella
moralmente quando uccide un cane: i suoi discorsi di propaganda
non sono quindi sbagliati per tutti, ma soltanto determinate azioni. Il
problema maggiore del film, è che nonostante la genialità di fondo, non
riesce ad elevarsi su di un genere ben preciso, restando in un limbo
che lascia interdetti. Sicuramente consigliato, una prova di metacinema e di mockumentary anche con scene improvvisate.
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