Regia: Kurt Maetzig
Anno: 1960
Titolo originale: Der Schweigende Stern
Voto e recensione: 3/10
Pagina di IMDB (4.3)
Pagina di I Check Movies
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Avete mai letto gli Urania? Alcuni sono titoli molto conosciuti e di un
certo impatto. Altri invece sono di scarso spessore, storielle un po’
povere, non originalissime, ma che mi hanno sempre affascinato per il
loro essere alla portata
di tutti. La tipica fantascienza anni cinquanta tuttavia non è mai
rientrata tra le mie preferite ed il film in oggetto si basa sul romanzo
Il Pianeta Morto del 1951 scritto dal polacco Stanislaw Lem. Cinema
della Germania Est e letteratura polacca: un connubio
mitico ed esaltante, una rarità quasi impensabile e dimenticata. In un futuro che
ormai è passato (1985) una missione internazionale si prodiga per
raggiungere Venere e venire a contatto con i suoi abitanti. Elementi
sparsi come la Guerra Fredda, il pericolo nucleare, il contatto con forme di vita aliena, l’umanità unita ed internazionalizzata... Gli
effetti sono quello che sono, anche i dialoghi non paiono un esempio di
profondità assoluta e le situazioni riescono a dare solo una parvenza di
ritmo e pathos. Oggi. Pensiamo però al
1960, allo sforzo (non propagandistico tra l’altro) per tirare su una
pellicola del genere, che possiamo anche definire ambiziosa e ben
riuscita. Fantascienza ed un pizzico di horror per pure intrattenimento.
Un messaggio ai limiti del pacifismo che ci mette in guardia sugli orrori del disastro nucleare. Niente polpettoni noiosi con sottotitoli in cecoslovacco,
ma una (tentata) prova visiva di alleggerimento. Al di là della trama in sè
e del girato che ovviamente non possono competere con i film attuali, sono
molto soddisfatto dell’edizione della Mosaico Media. La versione è
restaurata e senza tagli: le parti senza doppiaggio
sono in lingua originale tedesca con i sottotitoli (purtroppo
presentano alcuni errori di battitura) in italiano, la visione è
piacevole non si notano particolari rumori di fondo nonostante il
materiale sia datato, è presente audio in Dolby Digital 3.0 e la
custodia è numerata (nel mio caso 152/999). Gli extra sono una galleria
fotografica
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