Regia: Tomm Moore
Anno: 2014
Titolo originale: Song Of The Sea
Voto e recensione: 4/10
Boh, forse non ho sensibilità, ma ne dubito, o
forse non è colto il profondo senso morale... Può darsi eh, nessuno è
perfetto. Ma ho trovato questa specie di cartone animato molto noioso.
Vuoi per quell’aria da fiaba nordica che imho cerca
di prendere spunto (nel senso dell’animazione) dai prodotti nipponici
dello
Studio Ghibli, vuoi per i disegni che mi hanno riportato agli anni
settanta (che non ho mai vissuto), ma mi aspetto dai cartoni animati
moderni qualcosa di più. Specie se vengono osannati
ai quattro venti. Sicuramente l’intento dell’uso bidimensionale del
disegno vuole sia accentuare il legame con una storia antica, del
passato, sia fare in modo che ci si concentri sulla trama e non sulla
spettacolarità dell’animazione. E questo può anche andar
bene in linea generale, l’essere legati alle tradizioni, ma se hai una
storia talmente forte da dover essere incorniciata, illuminata ed
esaltata o pitturata alla Kandinskij. Non è questo il caso. Sì, carina,
toccante in alcuni versi, diretta però ad un pubblico
di giovanissimi spettatori ed a nessun altro. Una tra le tante insomma.
E le selkie, figure mitologiche irlandesi, ahimè, non se le incula
proprio nessuno
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