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domenica 25 giugno 2017
MotoGP 2017: Assen (Paesi Bassi)
Sento spesso discorsi cosiddetti da bar, in cui si fanno similitudini erronee tra il MotoGP ed il calcio. Tra le più gettonate quest'anno c'è qualcosa del tipo "Rossi dovrebbe fare come Totti e ritirarsi". Eh già, ma perchè? Semplicemente perchè non vince il campionato mondiale? O perchè è vecchio? Resto molto dubbioso su qualsiasi sia la risposta. Perchè se è vero che Totti non è il calcio, non so se l'affermazione che Rossi non sia il MotoGP possa invece essere corretta. E basta vedere ogni singola gara per notare che Vale crea e dà spettacolo. Ma non si tratta solo di una questione legata la pubblico: anche un calciatore al termine della sua carriera può deliziarci con giocate raffinate e segnare qualche rete da cineteca. Qui il discorso invece è totalmente diverso. Il Dottore, in quasi ogni gara, è l'uomo da battere ed il punto di riferimento per gli avversari. Possono capitare giornate storte certamente, ma lui è sempre lì, è lui su cui si puntano i riflettori ed è lui che gli altri piloti guardano con un misto di ammirazione ed invidia. Assen oggi ne è l'ennesima conferma: partito quarto con l'asciutto si ritrova primo grazie alla sua guida pulita ed attenta. Inizia a piovere e non cambiando moto ci dona otto giri finali da film horror, con la tensione a livelli massimi e la caparbietà di lottare in ogni curva, bagnata o sporca che sia. Un dio dell'asfalto che arriva primo ancora una volta, neanche fosse uno di quei ragazzetti a cui dovrebbe lasciare il posto. Rossi c'è, non scordatelo.
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