Temo sempre che possa succedere qualcosa ogni volta che mi sposto con il treno, ma ieri le mille ore per giungere a destinazione sono filate lisce. Casualmente ed inaspettatamente mentre attendevo la coincidenza a Genova ho pure trovato un incorruttibile Tony, diretto a Cardiff, che non ha voluto infilarmi nella sua valigia. Sognando la finale quindi passo la notte solo soletto al Montevecchio ed essendo abituato al primo, mi sveglio di buon ora: alle 7.30 sono già per le assolate, ma deserte via della città. Maps mi porta indisturbato tra le vie e le piazze principali, mentre il resto dei turisti e della popolazione, commercianti compresi, si gode il giorno di festa. Arrivo così per primo alla Mole Antonelliana ed al Museo Nazionale del Cinema. Godo. Un po' meno quando arrivo al Caffè Al Becerin, che fa caldo bestia, ma io voglio fare le cose tipiche a tutti i costi, così prendo la tipica e storica bevuta a base di caffè e cioccolata calda che dà il nome al locale. Gustosa comunque, come la visita allo Juventus Stadium. È stata la mia prima volta, ed ero emozionato: un tempio del calcio. E quelle, coppe, quei trofei! Instancabile ed avendo voglia di toccare più tappe possibili mi spingo dalla parte opposta della città (o almeno così sembra) e raggiungo il Museo dell'automobile ed il Lingotto con tanto di Pinacoteca e quindi autodromo sul tetto (chissà il mio Skyliner vicino al pensionamento se farebbe la sua porca figura). Torno stanco verso il centro, ma non mi arrendo. Proseguo a vagare per la città. Conscio del fatto che su al Nord cenano come le galline mi adopero per conquistare un posto in piazza San Carlo e studiare la zona per la grande sfida di domani sera. Fingendo di non essere me, divento loquace ed attacco bottone, ma trovo rumene o americane. Boh è sculo. Aperitivo (taak) in postazione fashion e cena tranquilla, ma la stanchezza regna sovrana e sabauda. Silenzioso torno verso l'albergo ed inizio a scrivere il mio diario.
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