Di quelle cose un po' fatte così, scelte ad istinto, mettendo a nudo alcune sensazioni. Si parte in solitaria, ed è quasi la prima volta, anche se oggi soli non lo si è mai. Ultima cena, ultime foto ricordo, in stile finto addio, e si prepara lo zaino, non la valigia, perchè in spalla fa più selvaggio, fa più avventura, fa più vagabondo, ma fa anche più comodo. E si parte. Zero traffico anche sul dantesco raccordo romano, Ryanair non solo parte in orario, ma addirittura atterra in anticipo, quelli della Budget mi danno una DS3 che mi fa sentire James Bond in missione. Insomma tutto fila liscio ed ho un bel pezzo di pomeriggio per dedicarmi a Santander. Accetto e fagocito i consigli della receptionist e parcheggio in zona tattica in prossimità del porticciolo, mi faccio la mia passeggiata coast to coast con un sole impietoso e trentatré gradi che si moltiplicano ad ogni passo, e prendo un biglietto per la visita in barca di tutta la baia. Poi è la volta del punto di vista panoramico al Rio de la Pila, che più che una funivia è un ascensore, e si prosegue via via per la città. Il casino grosso è capire la giusta ora per fare aperitivo o per cenare. Quello si che è un casino.
Note a pié di pagina:
- la roba da bere costa quasi nulla, ma con i Pinchos ti assassinano il portafoglio
- nei locali nessuno parla inglese, ed alcuni parlano male pure lo spagnolo
- grazie mille = muchas gracias
Album OnMyOwn #1: Santander
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