Ancora sbalzi di temperatura e si passa dai banchi di nebbia per scendere a Tolosa al sole delle spiagge di San Sebastian, o Donostia come la chiamano qui. Il sole però dura giusto un attimo ed ecco sopraggiungere le nuvole minacciose, ma pericolose solo la notte. Mi giro tutti i punti di maggiore interesse collezionando ancora funivie per avere una veduta sensazionale. E sì, forse la peggiore è Bilbao, quella che dava maggiori aspettative, mentre anche San Sebastian si rivela una chicca tutta da scoprire. Me ne frego del tempo, non ho dietro l'asciugamano, ma il costume sì. Faccio il bullo e prendo un ombrellone in zona Vip alla Concha e mi butto pure in mare, che tecnicamente sarebbe oceano. È diaccia del tipo marmata e le famose onde per noi surfisti sono sull'altra spiaggia. Quindi duro poco anche se fuori tutto questo benessere non lo trovo, non avendo con che asciugarmi. Tanto poi devo rimettermi in cammino per scalare il monte Urgull che fa parte della città. Nei giorni precedenti ho sempre avuto culo con gli alberghi: per posizione, comodità, tipicità... Stavolta è arrivata la fregatura. È un alloggio dormitorio per universitari, lontano dal centro. Per fortuna sono gentili e scrocco un passaggio (qui il parcheggio è gratis se non letica nessuno) per tornarmene in giù. Visito ciò che resta e soprattutto il centro storico in cui faccio la prima vera cena basca (ieri a Pamplona era Navarra): non cattiva, ma nulla di che, anche se guardando il prezzo costa quanto due aperitivi.
Note a pié di pagina:
- in un paio di foto sono in Brasile
- ora sono io quello che parla male inglese
- l'albergo è da film della Midnight Factory
Album OnMyOwn #5: San Sebastian
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