Lezione di geografia: Vicenza è parecchio lontana. Me ne sono accorto solo dopo aver deciso di fare questo break dalla piombinoia. E mentre stavo arrivando mi interrogavo anche di come fosse difficile ai vecchi tempi (tipo anche quando babbo e mamma ci portavano a giro) riuscire a muoversi senza un navigatore o senza internet. Misteri della fede,forse c'era meno fretta e ci si accontentava di più. Vabbeh fatto sta che a dispetto della distanza siderale arrivo a Vicenza nel pomeriggio, in tempo per godermi il viaggio col sole e buscarmi un po' d'acqua appena inizio a camminare. La sistemazione trovata con Airbnb è in posizione ottimale per cominciare a vedere subito la città e le sue bellezze. Mi ero documentato un po' (l'articolo specifico lo tiro giù una volta tornato a casa) quindi non è stata una sorpresa, ma una piacevole affermazione di ciò che mi aspettavo. Il centro storico sembra a misura d'uomo, non è caotico, quasi tutto in ZTL e con palazzi eleganti. Qui tutto è palladiano. Le chiese, le case, i musei e le strade, che in alcuni casi prendono il nome di contrà. Dopo un breve giro per sondare la città visito subito la mostra di Van Gogh, scusa principale per questa mia fuga in Veneto. Ne parlerò meglio successivamente, ma è tra quelle meglio organizzate che abbia visto. Non che ci siano i lavori top in assoluto, ma è fatta proprio a modo. Da restarne affascinati, un po' anche per la location: la Basilica Palladiana. L'unica foto che sono riuscito a fare prima che mi cazziassero (ma non c'era scritto che era proibito eh) è quella che vedete in apertura,. E non è neanche di Van Gogh. Accontentatevi. Esco appena in tempo per scoprire che gli aperitivi costano 3,5€ (d'altronde sono veneti..) e mi mimetizzo in un pub che trasmette la partita. Resto quindi col dubbio riguardo al vero motivo della mia visita: mangiare gatti come i vicentini. Domani proverò sicuramente, con ampio reportage fotografico per la camuna.
Album (2018-02-09) Vicenza
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