Regia: Matteo Garrone
Anno: 2018
Titolo originale: Dogman
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (7.8)
Pagina di I Check Movies
Partiamo dalle note dolenti: ero al cinema. Ed il cinema non era per niente all'altezza, quindi ha contribuito in maniera negativa nel potermi gustare la fotografia. Dogman è un film forte, che si merita tanto di più. A caldo non ero così entusiasta perchè le aspettative sul finale e la durata della pellicola erano maggiori, ma adesso devo dire è uno di quei lavori che ti colpiscono e possono restare nella memoria. Inizia forte, con suoni ed immagini che risultano prepotente. E queste elementi saranno una costante per tutto lo scorrere del film. L'abbaiare delle bestie e delle persone, il canaro con la sua voce tranquilla e e buffa che si muove in un ambiente squallido sia socialmente che geograficamente. Le immagini vestono il tutto, descrivono le situazioni, descrivono gli atteggiamenti che troviamo in periferia. Una di quelle difficili da vivere, in cui ci si prova, si va avanti a colpi di paura, compromessi mai voluti, esasperazioni. Queste cose sono perpetue ed escono squarciando lo schermo fin dai primi minuti. Fosse stato un film americano ci avrei visto bene Nicholas Cage e Tom Hardy, ma direi per fortuna abbiamo Marcello Fonte ed Edoardo Pesce che sono perfetti per i ruoli assegnati. Il film è crudo e violento, ma non scade nello splatter, e sappiamo tutti che la storia reale su cui si basa, è ancora più forte e crudele. Il rapporto tra il canaro ed il selvaggio pugile malvivente è pesantemente ambiguo: il primo è al tempo stesso vittima delle angherie del più forte, gli salva la vita in un paio di occasioni, è accondiscendente ai limiti del masochismo, finisce il galera per lui.... Ed infine fa ciò che doveva fare. Con calma apparente, pensieri che scorrono sui primi piani dei volti, sullo sguardo spento e disilluso di chi non ne può più. Non è una storia di riscatto o di vendetta. E' una storia triste, quella di un uomo, che delinque eppure delinquente non è.
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