Anno: 2018
Titolo originale: 13 Reasons Why
Numero episodi: 13
Stagione: 2
Acquista su Amazon (romanzo)
La prima stagione di Tredici (13 Reasons Why) è un vero piccolo
gioiello, per il tema trattato, per come si sviluppa, per la pesante
novità di mettere a nudo, in un unico calderone, le ansie, le paure, le
speranze e tutte le emozioni di
teenager che hanno necessariamente bisogno di aiuto. Puntata dopo
puntata devi andare avanti, per conoscere i 13 motivi per cui Hannah
Baker ha deciso di mettere fine alla propria giovane vita. 13 cassette
che rimarcano 13 cause che hanno portato ad uno straziante
effetto, che coinvolge tutti i protagonisti della storia, adolescenti e
non. Da parte mia credevo che non si andasse avanti, del resto poteva
essere benissimo auto conclusiva. Ma il successo è stato così alto che
si è optato per una seconda stagione. I 13
episodi in questo caso, anzichè scandire il ritmo attraverso le
audiocassette, lo fanno tramite le dichiarazioni di un processo legale.
Soprattutto la prima parte risulta noiosa, con pochi avvenimenti di
rilievo, alcune verità che sono state nascoste o taciute,
ma il teatrino in tribunale è quanto di peggio potessero inventarsi per
far andare avanti la serie. La famiglia cita la scuola, e solo quella,
non il ragazzo, le cui prove sono praticamente certe che ha stuprato
Hannah (e non solo). L’avvocato della difesa
ridicolizza ogni teste, mentre quello preso dalla famiglia Baker è un
incompetente che tira avanti solo per far proseguire la trama. Questa si
accende un po’ di più nella seconda parte, quando si entra nel vivo, ma
i temi sono sempre i soliti: depressione
giovanile, bullismo, l’inadeguatezza della società adulta che si guardi
alle istituzioni che ai genitori. Questi, tutti differenti tra loro,
non sono mai in grado di immedesimarsi nei problemi dei figli. Certo,
come nella prima stagione, il tutto è volutamente
esasperato, non esiste una linea di condotta perfetta, non c’è via di
scambio, è un immenso campanello d’allarme. che serve anche (forse pure
troppo) a mettere in guardia chi può cadere in questa trappola mentale e
sentirsi con le spalle al muro. L’impegno
sociale è indiscutibile., magari troppo ostentato, pure con l’aggiunta
del commento audio al termine di ogni episodio in cui la voce amica
consiglia di chiedere aiuto qualora ci si trovasse in una stato mentale
non semplice. Non mancano le scene forti, soprattutto
nell’ultimo episodio che riporta alla luce la cattiveria dei ragazzi,
l’essere vittima, il problema delle armi da fuoco e le stragi
scolastiche. E termina lasciando ampiamente spazio ad una terza
stagione.
Nessun commento:
Posta un commento