Venerdì 17. E già questo dovrebbe bastare. Aggiungiamoci tre anni dalla mia
ultima partita. Incrementiamo il livello di difficoltà: 38 anni appena compiuti, due costole incrinate, la gamba sinistra infortunata, e due ore (DUEEEE), o forse giorni,, di campo prenotato ad un orario che neanche durante l'inquisizione avrebbero avuto l'idea di prendere in esame (dalle 10:00 alle 12:00). Il risultato finale è accettabile. C'è chi ha visto la Madonna, chi dopo alcuni scatti ha sentito il gelo, chi vaneggiva proponendo lanci lunghi. Ma siamo sopravvissuti. E già questo ha dell'incredibile. I due dottori in campo ci hanno anche concesso la via preferenziale con il salta fila per il pronto soccorso. Come dicono i più naif "la vita è una sola e cerchiamo di godercela". Lo abbiamo fatto, sprezzanti del pericolo, cercando l'ombra al palo della porta, fingendo di avere la stringa slacciata o addirittura il braccialetto rotto e finito fuori dal campo. L'importante però è essere riusciti ad arrivare indenni (non morti) alla birra in zona Cala. Quella sì, ci voleva.
Nessun commento:
Posta un commento