Anno: 2018
Titolo originale: Better Call Saul
Stagione: 4
Numero episodi: 10
E’ sempre più difficile considerare
Better Call Saul come un semplice spin off di
Breaking Bad. La serie arrivata alla
sua quarta stagione è di una maturità sorprendente, tanto che non riesco
a sentire la mancanza della capostipite proprio
perchè quel vuoto viene riempito da Jimmy McGill, Mike, Kim, Gustavo e
tutto il resto della combriccola. La forza di questo prequel sta
soprattutto nell’evidenziare il cambiamento che sta alla base dei
protagonisti. Chi è Saul nel presente lo sappiamo, e ci
ha affascinato, ma chi era nel passato e come ci è arrivato è ancora
più curioso ed intrigante. La crescita, o decrescita in base ai punti di
vista, di tutti quanti è un qualcosa che sta alla base del lavoro di
Vince Gilligan, l’ideatore di questo universo
in cui se ci sono i buoni, alla fine tanto buoni non restano. Nel
complesso tutta la serie, compre le tre stagioni precedenti, risulta
raffinata, con un montaggio da grande opera, il solito ritmo nella
gestione dei tempi e della fotografia, un qualcosa che
difficilmente possiamo ritrovare anche altrove. Flashback e continui
richiami alle vite passate dei protagonisti spezzano o aumentano questo
ritmo a seconda di ciò che serve maggiormente per la riuscita di ogni
episodio. Come mi sono innamorato di Breaking
Bad lo ho fatto anche per Better Call Saul
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