Capitolo 366: La volta della colazione
Jack non era sveglio da molto. Era ancora in quella fase in cui preferiva stare a letto e
pensare a tutta la giornata che aveva di fronte, piuttosto che alzarsi definitivamente e
prendere una decisione. Improvvisamente il telefono emise il conosciutissimo segnale di
messaggio, e la decisione fu presa per lui. Era Cindy. Ed in effetti faceva parte dei suoi
pensieri, fu quasi naturale leggere la brevissima frase che chiedeva se fosse sveglio. A Jack
piaceva pensare di avere una sorta di potere telepatico nei suoi confronti, così capì subito,
nonostante la distanza, che c'era qualcosa che la turbava. Ma cosa di preciso? Ecco. Il
problema mattutino non era niente di grave secondo lui, ma un muro invalicabile secondo
lei: la colazione. Quella stramaledetta colazione che andava fatta a tutti i costi. Jack
praticava da sempre l'astensione da questa pratica molto diffusa, ma colto dal solito stato di
empatia che provava per Cindy si adoperò rassicurandola che sì, anche a Seaside ci sono
pasticcerie aperte la domenica mattina. Sì, di solito nel giorno di riposo, baristi e pasticceri
amano deliziarci. Il tono di Cindy era però dubbioso, anzi qualcosa di più: affranto e quasi
disperato, come se Jack le avesse mentito solo per non farla cadere in agonia e potesse già
rovinarle la giornata. A quel punto, dopo una breve ricerca in rete, Jack forte e baldanzoso le
spiattella la prova definitiva con gli orari particolareggiati. Ma le i non ci stava. No. Si
trasformò in San Tommaso e telefonò al gestore per potersi mettere il cuore tranquillo. Avrà
la sua colazione da lì a 15 minuti. Ne passarono solo tre, lei tra i tanti superpoteri di cui
disponeva ha il dono del teletrasporto quando si tratta di colazione, e già scalpitava in su e
in giù di fronte alla vetrina.. Una volta giunto all'appuntamento, quasi con affanno, per Jack
fu un sollievo vederla: bella anche se turbata, è un’altra delle caratteristiche di Cindy;
riusciva sempre a trasmettergli quel senso di naturalezza e serenità che solo le persone
speciali riescono a fare. Seduti al tavolo, lui sorrideva un po' tra sè e sè, pensando a quanto
potesse essere strana quella cosa. Una colazione, per lui tanto inutile, per lei così
importante. Si domandava anche se lei non fosse troppo concentrata nel gustarsi la
bevanda: essere Cindy non è una cosa da tutti e non è una cosa per tutti. Il suo modo di
essere farebbe impazzire il più santo dei monaci tibetani, ma al tempo stesso farebbe
impietosire o addirittura innamorare il più spietato kamikaze dell'ISIS. Lei era così, anche
quella mattina: felice per un cappuccino che temeva di aver perduto per sempre. E mentre
Jack la osservava, posando il suo sguardo sui baffi sporchi di latte, continuava a farsi
domande: Cindy è talmente Cindy che solo lei può riuscire ad esserlo, Ed anche se
fingesse, sarebbe un'attrice talmente in gamba da essere ammirata per questa dote. Infatti
non sempre Jack riesce ad essere Jack, certe volte è qualcun altro. Lei no, lei sorseggiava
con gusto quel miscuglio di latte e caffè, anche se probabilmente era il peggiore che avesse
mai bevuto. Ma la sua giornata iniziava in quel modo: grazie a quella tazza il sole avrebbe
fatto capolino dalle nuvole estive, il vento si sarebbe stancato di soffiare con cattiveria e
spettinarla, i piani per quel giorno avrebbero preso forma, e forse Jack si sarebbe stancato
di guardarla. No, quello forse no, ma non sarebbe stato preoccupato vedendo che
riprendeva a parlare ininterrottamente. Quando si spenge e riflette, evidentemente c'è
qualcosa che non va. Semplicemente, le mancava il carburante per ingranare, e continuare
ad essere Cindy. Quella volta, fu la volta della colazione, e Jack non se la scorderà neanche tra mille anni.
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