Autore: Haruki Murakami
Anno: 2013
Titolo originale: Shikisai O Motanai Tasaki Tsukuru To, Kare No Junrei No Toshi (色彩を持たない多崎つくると、彼の巡礼の年)
Pagine: 275
Voto: 3/5
Pagina di Anobii
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Trama del libro e quarta di copertina:
A Nagoya abitano cinque ragazzi, tre
maschi e due femmine, che tra i sedici e i vent'anni vivono la più
perfetta e pura delle amicizie. Almeno fino al secondo anno di
università, quando uno di loro, Tazaki Tsukuru, riceve una telefonata
dagli altri: non deve più cercarli. Da quel giorno, senza nessuna
spiegazione, non li vedrà mai più: non ci saranno mai più ore e ore
passate a parlare di tutto e a confidarsi ogni cosa, mai più pomeriggi
ad ascoltare la splendida Shiro suonare Liszt, mai più Tsukuru avrà
qualcuno di cui potersi fidare. Il dolore è cosi lacerante che nel cuore
del ragazzo si spalanca un abisso che solo il desiderio di morire è in
grado di colmare. Dopo sei mesi trascorsi praticamente senza mangiare né
uscire di casa, nelle tenebre di un'infelicità senza desideri, Tzukuru
torna faticosamente alla vita ma scopre di essere cambiato. Non solo nel
fisico - più magro, dai lineamenti più duri e taglienti - ma anche,
soprattutto, nell'animo. Ancora oggi, quando ormai ha trentasei anni,
continua a vivere con l'ombra di quel rifiuto che lo accompagna sempre,
come una musica che resta sospesa nell'aria anche quando non c'è più
nessuno a suonarla. L'incontro con Sara, che intuisce l'inquietudine
nascosta dietro l'apparente ordinarietà di Tsukuru, sarà l'occasione per
rispondere a quelle domande che per sedici anni l'hanno ossessionato ma
che non ha mai avuto il coraggio di affrontare
Commento personale e recensione:
Non è stata una lettura semplice, o meglio non è stata una lettura svelta. Non è colpa di Murakami, che si legge abbastanza velocemente nonostante qualche scivolone prolisso, ma il libro mi è stato prestato in un periodo in cui NON avevo e NON ho intenzione di dedicarmi alla lettura. Certe volte però mi mettevo lì e andavo avanti sfogliandolo, salvo poi riprenderlo dopo molti giorni. Dovevo quindi tornare indietro per farmi un breve riassunto e riprendere le fila del discorso. Si tratta, come quasi è ovvio, di un romanzo di formazione, in cui il protagonista raggiunge (almeno credo) il proprio obiettivo, ma il lettore non troppo. Il mistero dell'incipit rimane irrisolto. ma ci si concentra su di una ricerca spasmodica delle motivazioni che per noi occidentali si sarebbero concretizzate in un semplice: "non poteva chiedere spiegazioni?". E no, in puro stile giapponese, rinuncia fin da adolescente e non lo fa. Con tutta la sua grazia di sommelier musicale e pappagallo citazionistico di Voltaire.
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