Ieri mi era sembrata una bella scampagnata, col solicchio a scaldarti, con tutto il tempo a disposizione per goderti l'arrivo (e guardare pure la juve), studiare con attenzione i piani per le prossime tappe. Oggi invece la Via degli Dei ha avuto la meglio su di me per buona parte del percorso e mi sono dovuto adattare e piegare, ma non spezzare. Anticipo così la partenza ed alle 7.00 sono in cammino verso la vetta del Monte Adone passando dal 110 ed iniziando a prendere le prime gocce d'acqua. Però salita e discesa avvengono con una pioggia sottile ed accettabile: il terreno non è scivoloso neanche una volta giunto sul crinale ed alle torri di arenaria che caratterizzano la cresta. Alla croce mi riposo un attimo prima di intraprendere la discesa ed arrivano i primi tre viandanti della giornata. Oggi ne incontro almeno una decina, evidentemente il maltempo accorpa gli orari di partenza. Purtroppo la pioggia inizia a farsi sempre più fitta ed è inutile nascondere che questo un po' ti scoraggia: da una parte hai l'ansia e la pressione di arrivare "prima che sia troppo tardi" dall'altra sai dovrai passare tutta la giornata zuppo. Da Brento poi la strada è per alcuni tratti asfaltata, ma dopo un po' si entra nel sentiero 19, pietroso ed in salita, seguendo le indicazioni per la via Flaminia Militare. La via degli Dei ne segue per buona parte il tracciato. Mi porta nei pressi di Monterumici, da dove passava la Linea Gotica. Continua ancora l'asfalto per arrivare a Monzuno (un tempo Monte Giunone o simile, anche questo dà il nome alla via) e decido di non seguire alla lettera la guida, ma mi affido alla segnaletica CAI, che fa passare per brevi tratti nel bosco, dove secondo me c'è più riparo anche se il percorso si allunga. Arrivo al paese e sento di aver fatto il grosso della tappe, perché oggi le salite non sono da poco, così mi premio con una bella colazione. Sono circa le 11.15: arriverò a destinazione oltre tre ore più tardi, quindi col cavolo che avevo ragione. Continuo a salire e purtroppo una volta passato il "Parco d'arte nella natura" il sentiero è diventato fangoso e scivoloso. Fatico non solo in discesa, ma anche nelle salite. Qui ho un attimo di sconforto perché una volta che il terreno sembra migliorare e la pioggia ha smesso di cadere, arrivano i banchi di nebbia. E non vedo il paesaggio (ok ci può stare), ma neanche i cartelli con le indicazioni. Di positivo c'è che la nebbia ovatta il tutto, dà quel senso di mistero, e almeno non ti bagna come un acquazzone. Comunque riesco a raggiungere Le Croci, un'antica dogana tra la Chiesa e il mitico Granducato per poi immergermi ancora nella nebbia e giungere a Madonna dei Fornelli (che non è una bestemmia) dove alloggio all'albergo ristorante Poli. Veramente top.
Album fotografico Via degli dei #2
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