Regia: Martin McDonagh
Anno: 2008
Titolo originale: In Bruges
Voto e recensione: 7/10
Pagina di IMDB (7.9)
Pagina di I Check Movies
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Guardare In Bruges è stata una cosa davvero ben gradita. Come magari lo sarebbe stato andare a visitare Bruges, piccola cittadina belga, rinomata, ma neanche troppo rispetto ad altre città più in voga. Non so se in futuro questa possibilità si presenterà, per il momento ne dubito visti i giorni strani che stiamo vivendo, ma la pellicola riesce a dipingertela in un affresco abbastanza completo. O almeno quanto basta per poterti incuriosire. In Bruges comunque, pur restando rinchiuso all'interno della città, riesce a portarci ben oltre le viuzze medievali e lo fa sia grazie ad un cast (Colin Farrell, Brendan Gleeson e Ralph Fiennes) che è in grande spolvero che grazie ad una sceneggiatura mai scontata. La maestria sta anche nel riuscire a mischiare il cinismo puro dei personaggi con quella sorta di grottesca ironia che a tratti rende la pellicola ai limiti di una commedia. Eppure il tema centrale non fa affatto ridere, così come non abbiamo un vero e proprio eroe buono, se non un assassino di professione che ha dubbi esistenziali per la morte accidentale (ma è un rischio del mestiere) di un bambino innocente. Quel bambino non vedrà mai Bruges, quella Bruges noiosa ed inutile per la figura principale, o quella Bruges turisticamente e storicamente interessante per il suo socio, o ancora quella magnifica Bruges impressa nei ricordi d'infanzia del boss. La caratterizzazione dei personaggi è cosa rara in molti film, ma qui non viene certo mancare: i loro pensieri si muovono più velocemente rispetto alle sparute scene d'azione che gli autori non si sono (fortunatamente) sognati di ingrandire. Ritmi quindi pacati e riflessivi, per un lavoro che merita davvero tanto.
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