Regia: Hayao Miyazaki
Anno: 1997
Titolo originale: Mononoke-Hime (もののけ姫)
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (8.4)
Pagina di I Check Movies
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Anche La Principessa Mononoke è una di quelle opere che colpisce vivamente nel segno. La differenza tra Hayao Miyazaki e il resto del mondo non sta soltanto nei disegni. Cioè fermi, la tecnica e sorprendente, si tratta di disegno a mano: soltanto cinque minuti complessivi sono di computer grafica per armonizzare alcuni passaggi e fotogrammi e soltanto dieci minuti totali risultano colorati digitalmente contro il resto che è avvenuto in maniera tradizionale. Ma di queste cose è inutile che ne parli io, sarebbe come se mi improvvisassi virologo. Ciò che maggiormente contraddistingue il Maestro dagli altri sta soprattutto nel soggetto e nella sceneggiatura che sceglie per i suoi lavori. Qui gioca "facile" essendo entrambi gli aspetti, oltre che la regia, gestiti da lui stesso. E cosa colpisce? Sempre quella costante naturalistica che è alla base di molti suoi lavori. Ma non è un'alzata di bandiera stucchevole, smielata, moralista. Riesce a toccarla di grazia, sempre. Come le maledette calciate da Pirlo. Inserisce elementi fantastici, qui con estrema prepotenza, in un contesto storico colmo di cambiamenti , di lotte, di potere. I buoni non sempre sono buoni a tutti i costi, così come i cattivi. Le vittime, allo stesso modo, risultano realistiche e si muovono in sincronia con il contesto. Il Giusto però ha una visione più accurata, pacata ed attenta. Ma anche tra tutti i personaggi che inserisce c'è sempre un non personaggio che spicca più in alto di tutti: la natura sublime. I suoi sono inni per Lei. Per questo sfondo sempre presente dietro le gesta di uomini o mostri o fantasmi. Mi sono guardato questo splendido film animato su Netflix. Dopo mezzora tra dio lupo, dio cinghiale e dio bestia, sembrava di essere all'interno di una commedia teatrale toscana ambientata a frittole. Ho tolto quindi la traccia italiana e passato ai sottotitoli, ovviamente non per l'assonanza alle bestemmie, ma perchè i dialoghi curati da Cannari sono davvero penosi e antiestetici. #freeghibli
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