Regia: Craig Brewer
Anno: 2019
Titolo originale: Dolemite Is My Name
Voto e recensione: 6/10
Eddie Murphy era decisamente sparito dal mio radar
per un bel po’ di tempo, e me lo ritrovo in questa sorta di commedia
biografica sulla figura di un certo Rudy Ray Moore, esponente di spicco
negli anni settanta di film blaxploitation.
Ignoravo l’esistenza sia di questo intrattenitore che del genere su
citato: un vero cult per la gente di colore ed il cinema indipendente.
Sarebbe magari carino recuperare qualcosa di valido, che sembra
decisamente trash, ma piacevole. Eddie Murphy, dicevo,
lo ritrovo abbastanza lontano dalla figura comica o demenziale che si
era costruito nei decenni passati, con quella sua risata contagiosa, ma
al tempo stesso stancante dopo un po’: resta nell’ambito della commedia
sì, ma vuoi per il soggetto biografico, vuoi
per le aspettative forse basse, sembra cresciuto notevolmente. Tutta la
storia, sebbene lunga, è ben gestita ed equilibrata inserendoci nel
contesto degli anni settanta e del mondo di colore, con costumi,
dialoghi anch’essi trash e scurrili ed uno spaccato
di una certa cultura andata adesso quasi perduta. Bel lavoro secondo me
anche per il doppiaggio e le traduzioni in italiano: non ci dobbiamo
affidare ai sottotitoli e parlato originale, ma abbiamo una nostra
versione con tanto rime e parolacce nella nostra
lingua. Yo man, yo uomo.
Nessun commento:
Posta un commento