Regia: Lars von Trier
Anno: 2011
Titolo origianle: Melancholia
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (7.2)
Pagina di I Check Movies
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Un Lars von Trier ogni tanto ci sta bene, anche per come dice il mio amico gettons, perchè in effetti fa un po' figo. Puoi discuterne alla giusta distanza sociale con gli amici e snocciolare pareri contrastanti per arrivare ad un dunque. Ansie, depressioni, limiti del proprio io, che vengono fuori nei modi più disparati quando ci si trova di fronte ad un qualcosa di talmente grande che va fuori dall'ordinario. Non è stato forse così in questi tre mesi di pandemia globale in cui ci siamo ritrovati vittime non solo di ciò che si presentava fuori e delle leggi restrittive da seguire, ma anche di fronte a noi stessi? Tutto è cambiato ed il pericolo, virale e medico, o di default economico, sociale e psicologico era ed è dietro l'angolo. Ed i protagonisti di questo dramma dalla leggera, ma importante virata fantasciantifica, debbono fare i conti con se stessi e le proprie turbe. Il disturbo depressivo è bene studiato dal regista e messo in campo da un cast che risulta preaticamente perfetto, così come la camera che indugia curiosa e segue i personaggi alcune volte in maniera nervosa e non lineare. Siamo all'interno di un mondo reale con passioni e reali e motivazioni psicologiche dettate da malumori crescenti. In cui le persone mutano, i ruoli si ribaltano, le debolezze proprie o altrui vengono accettate o viste come fastidi a seconda dei casi con estremi che alla fine combaciano. Un disagio sempre posto in evidenza e che si riperquote per tutta la pellicola, sebbene divisa in due parti non esattamente simili tra loro.
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