Autore: Thomas Wolfe
Anno: 1929
Titolo originale: Look Homeward, Angel. A Story Of The Buried Life
Voto e recensione: 4/10
Pagine: 424
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Thomas Clayton Wolfe, morto di tubercolosi a soli 38 anni è uno scrittore e poeta statunitense. È famoso soprattutto per la sua scrittura moderna, poetica, impressionista. Questo è il suo romanzo più famoso, il cui titolo si ispira ad un verso di Milton, e ripercorre , attraverso le vicende dei protagonisti, la vita dell'America di inizio del secolo. Con occhio disincantato ,vengono sezionati i modi di vivere e di pensare degli Americani, questi ''esuli in patria'', che non riescono mai a sfuggire alla loro brama di viaggi, di orizzonti diversi, di cieli più ampi. E, dietro tutto questo, una domanda ricorrente: perché tutto questo? E, sempre, la sensazione di una morte che si avvicina, a liberare dall'inutilità dell'esistenza, a permettere il ricongiungimento con un mondo e un incanto perduto. Libro ricco di elementi autobiografici, ha ispirato, col suo stile, Jack Kerouac e la beat generation.Voto e recensione: 4/10
Pagine: 424
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Trama del libro e quarta di copertina:
Recensione e commento personale:
Lungo e pesante, non certo semplice. Ma altrettanto maestoso e completo. Lo ho trovato per caso, mentre guardavo la seconda stagione di Ozark. E così ho deciso di provarci. I romanzi di formazione non sempre riescono a catturare la mia attenzione completa, perchè spesso sono autobiografici (pure questo è il caso) e si distanziano enormemente nel tempo e nello spazio da ciò che sono abituato a vivere. Di sicuro leggere dell'America del primo 900 mi ha entusiasmato nonostante l'essere prolisso dell'autore in molte circostanze. Qui la storia non è però quella di confine, quella generazionale di un mondo andato ormai perduto e dimenticato, o meglio è pure questa, ma si concentra essenzialmente sulla figura del protagonista e con lui intraprendi un viaggio poderoso come la lettura delle pagine che sembrano infinite. Infinite come il futuro che ci attende, limitato dal tempo e dai luoghi che possiamo visitare e vivere, ma con un numero incalcolabile di ragionamenti ed emozioni.
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