Dopo le due avventure del weekend con escursioni già fatta lo scorso anno, ecco la prima vera prova di questo 2020 e di questa sessione post pandemia: il Monte Corchia ed i suoi 1677 metri di altezza. Come sappiamo lunghezza del percorso e altezza massima sono solo valori insignificativi se non affiancati ad un dislivello da fare in positivo e negativo ed alla difficoltà tecnica del percorso stesso, e questa è stata la più esaltante di tutte. Venendo da tre giorni di fuoco la stanchezza mi ha provato nel tratto iniziale, partendo dal Passo Croce. Terra, erba alta e subito una pettata dal sapor di scale a ripetizione sono riusciti a stremarmi prima ancora che inziasse il bello, ma l'adrenalina ha dato un contributo notevole per proseguire l'arrampicata passando dal canale Pirosetto. Una bella esperienza che si aggiunge alla parte visiva che come sempre risulta essere affascinante e pure unica: mare e monti, vedi il mondo. Perchè questa aveva come punto di forza la difficoltà di salita in cui l'utilizzo della mani è dovuto andare avanti per diversi metri in verticale. Così tanto mi mancava davvero. Ed abbiamo poi passato tutta la cresta, che pur non essendo esposta come il tratto che ci porta in cima alla croce, risulta essere ancora una volta sensazionale. La discesa ci ha permesso di fare un percorso ad anello fino al Rifugio del Freo per una sosta rigenerativa e quindi risalire ancora una volta, ma da dentro il bosco. La stanchezza di annulla di colpo.
Album fotografico Monte Corchia 1677 m - Alpi Apuane
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