Purtroppo sembriamo un po' l'Inter di qualche anno fa. Lo dico con il cuore in mano, del tifoso che gioiva con Lippi, ma soffriva con Maifredi, esultava con Conte, ma tifava con Palladino in campo. Insomma, ne ho viste di cotte e di crude, sicuramente abituato bene come ogni tifoso bianconero, e non solo per gli ultimi nove anni in cui abbiamo lasciato giusto le briciole o le speranze agli avversari. Ma sembriamo un po' l'Inter di quando perdeva diverse partite, o non portava a casa il risultato, e poi ogni tanto ecco che arrivavano i tre punti. Ecco, quest'anno sembra un po' così. Ti abbatti e ti strappi i capelli, il Campionato pare finito ed il primo posto irraggiungibile. Poi arriva una partita buona e subito ti esalti. E' davvero difficile sapere in cosa credere e cosa pensare con un'annata del genere.Basta guardare anche questa partita: segniamo quattro reti, conquistiamo i tre punti e non facciamo fuggire ancora più in su le avversarie. Eppure la difesa traballa, subiamo una rete, due traverse, uno gol annullato grazie al VAR (uno annullato anche per noi). E giochiamo contro l'Udinese. In una partita in cui avremmo dovuto asfaltare anche il Bayern Monaco dal punto di vista psicologico e delle aspettative. C'è chi perde palla a centrocampo, chi guarda l'arbitro per un minuto se non fischia, chi si mete nel mani nei capelli e chi si allaccia le stringhe. In una partita che solo per la batosta presa contro la Fiorentina, avresti dovuto sì fare almeno quattro reti. Ma per tempo. E senza mai stazionare nella tua metà campo. E' vero però che esistono gli avversari, che la palla è tonda e che non ci si accontenta mai. Quindi prendiamo tutto quello di buono che c'è stato (e non è poco), ma guardiamo avanti senza adesso adagiarci sugli allori per una partita vinta. Tutte le prossime sono fondamentali per una rincorsa che se non parte adesso, non parte più.
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