Regia: Joe Wright
Anno: 2017
Titolo originale: Darkest Hour
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (7.4)
Pagina di I Check Movies
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Ci sono diversi modi per raccontare una stessa storia. Lo si può fare con molti mezzi differenti, come la narrazione, la poesia, la scrittura, la musica, il cinema e così via. Ed anche all'interno dello stesso mezzo, il modo in cui si usa tale strumento può variare moltissimo. Guardando L'Ora Più Buia mi è venuto naturale ricollegarlo a Dunkirk (visto più di tre anni fa): hanno ovviamente in comune "la storia", anche se non la trama, e curiosamente sono entrambi usciti nel 2017. Altrettanto ovvio però è che si tratta di due pellicole profondamente differenti l'una dall'altra, questo perchè all'interno della medesima storia possono esserci numerose sfaccettature e punti di vista che scorrono in parallelo, che si intrecciano, che partono da più lontano o si svolgono nel medesimo istante. In questo film abbiamo una visione decisamente più intima e politica che riguarda alcune azioni, o per meglio dire decisioni, prese da Winston Churchill nel maggio del 1940. Abbiamo quindi la visione della guerra vista dall'alto, dalle stanze del potere, in cui regnano comunque sentimenti umani quali rabbia e paura e lo si fa dando un'importanza strategica (per l'economia stessa del film s'intende) alla parola, al dialogo ed all'arte della diplomazia, mettendo invece da parte le opzioni di racconto che prevedono azione e dinamismo. Con Darkest Hour, Joe Wright, grazie anche ad un Gary Oldman che difficilmente può non essere strepitoso, riesce ad intrattenere, forse anche romanzando in maniera eccessiva la figura, ed a tenere lo spettatore con il fiato sospeso. Il trucco qui è pendere dalle labbra di una figura politicamente e diplomaticamente imponente, che riesce a non mostrarci mai la guerra, se non in pochi e rapidi attimi che paiano distanti ed intangibili. L'arte della dialettica in questo preciso frangente è stata davvero fondamentale per il proseguo della Storia, quella con la S maiuscola, che tutti noi conosciamo e lo spettatore è messo anche di fronte al fatto che sarebbe bastato poco, pochissimo, anche una parola fuori posto, un bicchiere di troppo, una titubanza non richiesta, affinchè tutto potesse cambiare. Senza l'arte di quei discorsi, al Governo, al Parlamento, al popolo inglese, magari adesso per colpa di quell'imbianchino neanche potrei scrivere su VER, quindi ecco un film che si concentra, per una storia che ha fatto la Storia, sul potere della parola. Che in questo caso, sempre in maniera romanzata, ha risvegliato l'orgoglio di un popolo, ma soprattutto dei suoi politici. Il risultato poi lo conosceremo meglio anche grazie appunto a Dunkirk
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