Anno: 2001
Titolo originale: Schild's Lagger
Voto e recensione: 3/5
Pagine: 239
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Trama del libro e quarta di copertina:
Fase 1: su una lontana stazione spaziale, Cass e altri scienziati creano
una microscopica area di neo-vuoto, con particelle e leggi fisiche
diverse da quelle della materia ordinaria. Fase 2: l'esperimento ha
successo e il neo-vuoto si rivela più stabile non solo del previsto ma
anche della materia ordinaria. Fase 3: sarà quest'ultima a soccombere. A
poco a poco il neo-vuoto si allarga, divorando la stazione e i sistemi
solari circostanti. Fase 4 (seicento anni dopo): l'umanità si è abituata
all'idea di vivere in una sorta di continua fuga da questo mostro del
cielo. Ma non tutti vogliono scappare, tanto più che adesso esiste la
"Scala di Schild", il sistema che permette il passaggio attraverso due
universi...
Commento personale e recensione:
Ammetto che a causa di miei mancanze teoriche sulla fisica la lettura, specialmente all'inizio non è stata semplice, salvo poi riuscire ad apprezzare alcune spiegazioni, grazie anche ad alcune mini ricerche sui temi. Resta però un romanzo non semplice se non si ha voglia di approcciarsi alla fantascienza hard di Greg Egan con serietà. Alcune spiegazioni, per me troppo tecniche, restano vere e proprie supercazzole. Ed il "problema" è che tale romanzo è per la maggior parte un insieme di spiegoni e teorie che vanno ben oltre l'immaginabile. Al netto di questo è bellissimo leggere l'universo transumanista e positivo di un futuro lontanissimo sognato e pensato dall'autore in cui il pericolo imminente è quello di un vuoto assoluto che si espande alla metà della velocità della luce per inglobare tutto ciò che si trova di fronte. Le grandezze, che siano infinitamente grandi o infinitamente piccole o infinitamente lontane vengono però descritte con una così bella e realistica lucidità che il lettore è davvero proiettato nel futuro ad oltre ventimila anni da qui. Con un po' di fatica, Egan riesce pure a districarsi in una storia che non annoia, anche se per ovvie ragioni pratiche l'azione è portata al minimo ed i personaggi si muovono al suo interno con il minimo di profondità possibile per un romanzo. Resta però un universo lontano e piacevole da leggere, senza comunque farsi un'abbuffata insensata di pagine.
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