Su Zerocalcare non posso dire molto, conosco poco le sue opere. A parte la trasposizione cinematografica de La Profezia Dell’Armadillo, che mi ha fatto pure un po’ cacare, mi sono flashato sui suoi corti durante il lockdown forzato. E quelli sono ganzi per davvero. Infatti qualche mese fa, quando ho iniziato a leggere news riguardo ad una sua serie su Netflix sono entrato in modalità attesa, ed appena è uscita me la sono sparata subito. Non che ci vogliano chissà quali doti eh, si tratta di soltanto sei episodi davvero corti, che stanno sui quindici minuti l’uno. Quindi si farebbe presto anche se fosse nammerda. Il discorso è che invece sono fatti bene: inizialmente sembrano un’accozzaglia di aneddoti che ha messoautobiografici di Zero. Da piccolo, da adolescente, da adulto. Aneddoti che sembrano pure presi e messi lì, per fare il simpatico, e ci riesce, e con quella verve un po’ filosofico sfigata onesta e quasi scontata del tipo da “facciamo finta che mi importi una sega di tutto, ma invece mi ci scervello”. Insomma una serie di siparietti neanche troppo terra terra o semplicistici, ovvio, nessun trattato filosofico o esistenziale, ma neanche frasi spicciole da Smemoranda liceale. Un mix equilibrato che non risulta mai nè pesante nè sterile. In un’ora e mezzo i temi generazionali (della mia, ma non solo) sono elencati in maniera disparata ed affrontati con il corretto appiglio ed una salsa ironica, malinconica, agrodolce. Strappa Lungo I Bordi è così, nella sua semplicità, un piccolo gioiello davvero meritevoli di ogni apprezzamento. Riesce, in tutta la sua brevità ad essere divertente e profondamente drammatico in un crescendo da romanzo di formazione indefinito e non concluso. E’ talmente facile ritrovarsi nelle situazioni descritte, se non in prima persona, almeno per empatia generazionale, che si può parlare di una sensibilità artistica, quella di Zerocalcare, che è vivida e realistica, che abbraccia il nostro modo di pensare ed elucubrare. Ci gira intorno, all’improvviso va diretto, poi si sofferma ancora ed ecco che giungi alla sesta e non ti sei neanche accorto che pochi minuti prima stavi ridendo e poi sei arrivato con una sorta di groppo in gola. Questa sua prova nel mondo animato spero che sia la prima di tante altre. Magari anche con un set o kit di doppiatori al suo seguito, giusto per non far parlare romano ai biellesi.
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