Regia: Adam McKay
Anno: 2018
Titolo originale: Vice
Voto e recensione: 4/10
Pagina di IMDB (7.2)
Pagina di I Check Movies
Iscriviti a Prime Video
Resta aggiornato sul canale Telegram VERonTelegram
Partiamo subito dalle note positive, che sebbene non siano poche, rischiano di essere sopraffatte dalle negative: tanto per cominciare le ottime prove di tutto il cast, a partire da Christian Bale che si cala alla perfezione nella parte con mimiche facciali ed atteggiamenti decisamente sublimi e chiari, anche per un pubblico non americano, forse meno avvezzo a vedere e studiare la figura di Dick Cheney. Questo senza lasciare da parte il grande lavoro che sta dietro al trucco ed ai costumi, che riescono ad abbracciare una storia che parte dagli anni sessanta ed arriva al primo decennio del secolo in corso. Davvero da applausi, così come l'attenta ed intelligente regia di McJay che sa districarsi in quello che a tutti gli effetti è un documentario di stampo politico e biografico costruito in maniera prettamente critica e se vogliamo sarcastico (più che satirico). Riesce ad inserire innesti ironici nelle lunghe parti romanzate e ad intrattenere il pubblico, creando intorno al personaggio di Cheney una serie per niente breve di situazioni private create ad arte. Ed ecco infatti che se vogliamo parlare di trama, iniziano le prime smorfie per quanto riguarda i miei gusti personali. La voce narrante, tutt'altro che realistica, reale e super partes, ci guida tra i pochi, ma sostanziali avvenimenti di carattere storico e di cronaca, intervallati da interminabili sequenze con dialoghi messe lì esclusivamente per avvalorare l'opinione politica dello sceneggiatore. Pur apprezzando i molti film di denuncia che esistono, , è lapalissiano quanto questo sia scorretto ed essenzialmente noioso. L'arco temporale del racconto parte dal mi' nonno per arrivare al mi' nipote e tra flashback e sbalzi in avanti si cerca di raccontare, in maniera decisamente semplice la scalata al potere politico di un personaggio molto controverso e discusso. Secondo l'autore con una ramanzina della fidanzata, il nostro Dick da ubriacone rissoso, mette la testa a posto, conosce casualmente qualche "personaggiucolo" importante (Rumsfeld e Scalia), chiappa un incarico dietro l'altro nelle file repubblicane per tre decenni ed infine spodesta e manovra un tontolone di Presidente. In poche parole non è neanche un film di denuncia su uno o più fatti storici raccontati: non mancano certo le pellicole sul conflitto irakeno, sulla mancanza di prove relative alle armi di distruzione di massa o sulla lotta al terrorismo ed il patriot act. No, questo è un film di propaganda del Partito Democratico, chiaro e tondo che punta il dito su di un personaggio e sul Partito avversario. Nè più nè meno.
Nessun commento:
Posta un commento