Non posso assolutamente rischiare di di scordarmelo, così lo scrivo subito: gli albanesi hanno la gentilezza e l'ospitalità nel DNA. Non è esattamente una novità, ma non tutti lo danno per certo, quindi faccio bene a ribadirlo. Ieri mi ero accordato con Lugina (nome fittizio della ragazza dell'affittacamere, in realtà Lugina significa Valle) per partire intorno alle 8.15 scroccando un passaggio fino al porto. Questo avviene, allegramente e con nonchalance esattamente all'ultimo secondo prima della partenza del mio ferry boat perché è inutile stare ad aspettare sulla nave. Il viaggio lungo il fiume Shala dura circa tre ore (1000 lek) ed è inutile starvi a raccontare i paesaggi mozzafiato che ci circondano, perché non troverei le giuste parole per queste gole che si insinuano dentro le montagne. Sempre più a nord e sempre più alte. Il paesaggio, da quando sono partito da Tirana, cambia ancora e mi sembra di essere in Jurassic Park del Nord. Purtroppo però devo dire che è veramente sporco, e non parlo di detriti quali rami, terra o foglie, ma soprattutto plastica, bottiglie e sacchetti. Un vero peccato. Attraccati a Fierze subito o quasi, un pulmino scassato con volante a destra parte in direzione Valbona Valley. In circa un'ora (800 lek) il simpatico conducente che parla solo italiano (il primo da diversi giorni) mi lascia a Vila Dini. Avevo già prenotato ieri sera, in quanto già sentiti "epistolarmente". Qui incontro coppia di canadesi che si fanno impaurire dalla neve presente sul tracciato per l'indomani e quindi "abbandono" velocemente e due ragazze from Australia (ma che ci fanno qui???) con cui passo il pomeriggio a fare un breve trekking per controllare il territorio. Domani però io parto presto... Ma torniamo alla gentilezza albanese con cui ho iniziato l'articolo: Vila Dini non ha il ristorante aperto, cosi il ragazzo mi ha prestato (non vuole neanche il contributo benzina) la macchina per farci andare fuori. Mito davvero.
Album fotografico Albania #5: Valbona Valley