Ma che spettacolo di giornata e di posti. Parto presto, anzi prestissimo da Shkoder ed alle 6.45 sono già sul primo "furgon" che fa da spola con quello fuori città. In circa due ore e 700 lek arrivo al lago di Koman. Il tragitto è bellissimo, si snoda su strade impervie e strette che si affacciano su numerosi specchi d'acqua e canali simili addirittura a fiordi o se vogliamo all'ambiente sloveno. Qui infatti, nonostante i km di distanza da Scutari siano solo una sessantina verso est, il paesaggio si trasforma totalmente riuscendo a divenire sempre più selvaggio, verde e pulito. Giunto al porto di Koman, da cui partono ferry boat, bagnarole e traghetti, avevo l'opportunità di continuare il viaggio e ritrovarmi già in giornata dall'altra parte, a Firenze. Decido invece di dedicarmi a questa parte di mondo, che pur avendo praticamente zero da offrire a livello di attrazioni turistiche, paesaggististicamente è sensazionale. Si tratta di un grande bacino artificiale in parte (prima degli anni ottanta non esisteva in questo modo) , creato per alimentare la centrale idroelettrica attraverso una imponente diga che taglia la vallata. Questa zona di Albania è decisamente genuina e tradizionale, ed ho cominciato così il mio primo trekking nel Paese delle Aquile. I sentieri sono ripidi ed impervi e non potevo farmi mancare l'occasione di salire fino all'antica necropoli illirica che domina la zona. Cinquecento metri di dislivello in circa 2,5 km... Niente male con il caldo della mattina e la fretta per evitare la tempesta di pioggia del pomeriggio. La vista, anche se non pulita dalle fronde, ripaga tutta la fatica fatta. Pomeriggio di relax tra una sponda del lago con la pioggia e la sistemazione per la notte da Lugina e Komanit. Appena smesso e tornato il sole, che qui è una cosa standard, sono risceso in paese e mi son fatto un giretto ed imparato le basi della lingua. Per la cena, ho optato per ciò che offriva il convento e non c'è certo da lamentarsi.
Album fotografico Albania #4: Koman
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