Non è semplice capire che cosa ti fa svegliare alle 5:00 di mattina, senza l'obbligo di dover andare a lavoro. O che cosa ti faccia fare quasi 500 km in macchina tra andata e ritorno che corrispondono a sei ore di viaggio al netto delle soste e delle code per la strada. E per giunta, per arrivare su di una vetta che non conoscevi fino al sabato prima. Non è semplice neanche spiegarlo, signori della giuria, cosi chiamo in causa in mio aiuto gli amici Mogol e Battisti con Emozioni. Quindi vista la cima dal basso della Lunigiana mi è entrato il tarlo in testa di dover arrivare in cima. Esiste più di un modo tra cui appunto partire da Filattiera e farsi uno sproposito di metri di dislivello, oppure andare sul versante opposto quello dell'Appennino Parmense e salire da lì. La partenza è stata quindi dal rifugio Lagdei a 1250 metri e siamo entrati subito nel bosco: fitto e fresco ci ha protetto dai forti venti della giornata, che sono però arrivati a spettinarci una volta sul crinale 00 che si congiunge per tratti sul Sentiero Europa. Camminiamo in equilibrio lungo il confine preciso tra Toscana ed Emilia Romagna giungendo sulla prima vetta, quella del Monte Orsaro che tocca già i 1830 metri. Ridiscendiamo quindi fino alla Bocchetta per poi andare ancora in alto (con un grande salto?) sul Monte Braiola a 1819 metri, la vetta centrale di oggi. Continua il nostro saliscendi verso la sua sella e finalmente ecco conquistata la croce del Marmagna, il Mater Magna, tra le province di Parma e e Massa Carrara. Da qui in poi solo discesa fino al Lago Santo Parmense, con mille colori in base al punto utilizzato per osservarlo e birrino al Rifugio Mariotti ed infine panoramica per chiudere in scioltezza l'anello.
Album fotografico Monte Marmagna
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