Mauro Rinaldi - L'Ultima Estate

 

Autore: Mauro Rinaldi

Anno: 2022

Titolo originale: L'Ultima Estate

Voto e recensione: 2/5

Pagine: 228

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Trama del libro e quarta di copertina:

Giugno del 1989, nella tranquilla cittadina di Caltanissetta uno scompaginato trio di amici scopre di dover partire per la leva militare. La chiamata alle armi è prevista per l'autunno e a loro resta dunque l'ultima estate da uomini liberi. Ambiscono a una vacanza con i fiocchi, di quelle che non si dimenticano, ma devono fare i conti con i pochi soldi a disposizione che, nella migliore delle ipotesi, gli garantirebbero appena una settimana di campeggio in una località di villeggiatura di terz'ordine. Mauro e Giancarlo sono quasi rassegnati, quando David ha un'alzata di ingegno e propone agli altri di trasformarsi in improvvisati pusher stagionali. Il piano prevede l’acquisto di un grosso quantitativo di marijuana da spacciare sull’Isola d’Elba. Qui, tra spiagge, belle donne, locali notturni, divertimento e fughe precipitose, si troveranno implicati in un guaio ben più grosso di quanto avrebbero mai potuto immaginare.

 

Commento personale e recensione:

Ho trovato, o meglio scoperto,  questo romanzo casualmente, partecipando ad un gruppo Facebook relativo all'Isola d'Elba: l'autore Mauro Rinaldi ha infatti scritto un posto per promuovere o rendere partecipi gli utenti, che aveva pubblicato questo romanzo ambientato proprio sul "nostro" amato scoglio. Così, acquisto questo (ed il suo seguito, aspettando che pubblichino anche il terzo) ed aspetto il momento giusto per cominciare a leggerlo, ovvero spiaggia, mare, sdraio ed ombrellone. La storia è molto semplice e leggera, e fa leva sui ricordi nostalgici delle vecchie comitive di ventenni negli anni ottanta. Un po' troppo particolareggiata nella prima parte, con aneddoti a mio avviso più che inutili, mentre quella finale che dovrebbe essere al più importante è stata tirata un po' via. Lasciando perdere alcune forzature romanzate per far incastrare determinati tasselli, la "farinata" all'Elba non si può sentire. Rischi l'ergastolo anche se la chiami "cecina", con qualche sforzo di ricerca in più si poteva utilizzare il più corretto "torta di ceci", così come Portoferraio tutto attaccato.