Giorno speciale per me, in quanto è proprio in questo sabato che cade il mio ennesimo compleanno. E il sole questa volta ci fa pure da gradito compagno cosicché possiamo gustare ancora di più il viaggio verso le mete prestabilite, ovvero il Castello di Thun e il paese di Cles. Consiglio infatti di utilizzare il passo della Fricca per avvicinarsi a Trento in maniera di osservare il paesaggio e costeggiare il lago di Caldonazzo prima di arrivare in val di Non.
Dopo un tour tra boschi e meleti del Trentino, degno dei più famosi letterati settecenteschi e ottocenteschi, arriviamo alla nostra meta principale a Vigo di Ton, forse una delle cartoline più famose di tutto il territorio. A differenza del nome e dell'appellativo, sicuramente, Castel Thun, viste le profonde trasformazioni nei secoli, oggi risulta essere un'armoniosa unione tra fortificazioni passate e l'eleganza di un palazzo signorile, con ampi giardini e locali adibiti alla raccolta di preziose testimonianze del passato e della vita quotidiana.
Porta Spagnola
Una volta effettuato l'acquisto del biglietto e dell'audioguida siamo pronti per la visita: il percorso di divide nel pianterreno più altri tre piani e considerando pure l'esterno, la mattina scivola velocemente tra le nostre mani.
S'inizia con la Sala delle Guardie, forse il più grande ambiente dell'intero castello, dove sono presenti anche de sarcofaghi con lo stemma della famiglia Thun.
Altro ambiente del pianterreno sono quelli destinati al forno e alla preparazione del pane.
Non poteva mancare la Sala delle armi, dove si possono osservare equipaggiamenti destinati alla difesa del maniero, tra i quali una coppia di falconetti.
Il luogo più suggestivo di questo piano è invece la Cappella di San Giorgio con affascinanti pitture tardomedievali che raccontano le gesta di Santa Barbara e di altri Santi e profeti. Si pensa che il pittore di corte possa essere il famoso Konrad Waider.
Il primo piano invece racchiude due delle principali stanze di ambito quotidiano; si possono notare le differenze notevoli tra le due sali, la "cucina vecchia" e la "cucina nuova".
Cucina Vecchia di stampo gotico.
La cucina nuova più moderna con utensili e pentole all'avanguardia.
Il secondo piano risulta invece essere quello più nobiliare dove si possono notare le maggiori collezioni della famiglia, tra quadri, corredi, dipinti.
Il cortile interno visto dalla Loggia.
Alcuni ambienti principali con i vari arredi, dalla sala della Spinetta a quella dello scrittoio o a quella del camino.
Sempre in questo piano possiamo notare anche la sala degli antenati, dove sono presenti dipinti della famiglia e lo studio della Contessa, dove sono presenti le pitture dedicate alle mitiche fatiche di Ercole.
Sala degli antenati.
Studio della Contessa.
Ultimo ambiente del secondo piano lo studio del conte con la sua splendida stufa, stile già visto al castello del Buonconsiglio.
Anche il terzo piano, a conclusione di una serie di sale suggestive, con collezioni dell'epoca, presenta principalmente due stanze degne di nota, quella del Vescovo e l'ultima, quella di Matteo di Thun.
La stanza del Vescovo è forse quella più famosa di tutto il castello con la magnificenza di un caldo rivestimento d'abete e cirmolo.
Prima di giungere al più famoso Thun dell'ottocento, ovvero Matteo, attraversiamo una serie di sale di notevolissimo pregio, dove anche in questo caso è possibile notare la ricchezza degli arredi. Ecco alcuni esempi.
Infine la camera di Matteo.
L'interno del castello è pressoché visto, ma ancora ci mancano molti e suggestivi scorci dell'esterno, cosa che non ci faremo di certo mancare. L'importanza dello stesso, nello scacchiere del turismo trentino, lo possiamo notare dal numero sconsiderato di addetti ai lavori presenti in ogni luogo. Nonostante il buon numero di visitatori, infatti, gli operatori sembravano essere in maggioranza.
Posizionata nuovamente nella biglietteria l'audioguida possiamo perlustrare e concludere il nostro itinerario con l'esterno, le fortificazioni e altri ambienti appositamente musealizzati.
Nel frattempo riusciamo a vistare anche una piccola mostra riguardante lo scultore Fraccaroli appositamente situata nella Torre di Basilio.
Dalla torre possiamo notare pure il giardino all'italiana, prima di scende verso l'ultima parte, la galleria della carrozze, toccando tutta la cinta muraria.
La visita termina, come anticipato, con la Galleria della Carrozze (tutte appartenenti alla famiglia), un allestimento molto interessante che ricalca anche le mode settecentesche e ottocentesche, prima dell'avvento dell'automobile.
Dopo poco più di due ore, stanchi e affamati non più di cultura, scendiamo verso la macchina e ci dirigiamo al paese di Cles, che, per via della stanchezza non riusciremo a vistare se non esternamente il piccolo centro storico. In realtà non so cosa altro possa offrire oltre alla pizza principale e alla parrocchiale, ma reputo doverci ritornare con più calma.
Chiesa di Santa Maria Assunta:
Tornando indietro, non possiamo soffermarci su alcuni stupendi panorami che il tragitto ci propone. Ritorniamo a Folgaria stanchi ma pronti a festeggiare, nei vari locali del paese, la fine del mio stupendo compleanno.
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