Pasquetta e si sa: se non c'è il lockdown non splende il sole, anzi piove. E di brutto. Inoltre il pesce di Aprile lavora in maniera infida: sveglia presto anche stamattina per raggiungere il prima possibile le Grotte di Nettuno. Nei quattro giorni precedenti son state chiuse per mare mosso, ma oggi che era più tranquillo ci si è messa di mezzo la pioggia. Essendo parecchio forte, salto anche il piano B e passo al successivo. Percorro quindi il promontorio di Capo Caccia e del Parco di Porto Conte, tornando verso Alghero e spingendomi lungo la panoramica che porta al borgo di Bosa, la mia meta. Questo caratteristico paesino della Planargia si trova più o meno a metà strada con Oristano, sul fiume Temo, l'unico navigabile di tutta l'isola, ed al confine con il mare. Città a lungo aragonese, ma prima facente parte dei territori dei Malaspina, che costruirono il castello che domina tutto dall'alto. Un pezzo di Lunigiana anche in Sardegna quindi. Molto carino comunque anche il borgo costituito da numerose casette colorate, stradine ciottolose, scalinate e pertugi labirintici. Ritorno in aeroporto verso la costa del Corallo.
Album fotografico Da Capo Caccia a Bosa
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