Autore: Dmitry Glukhovsky
Anno: 2009
Titolo originale: Metrò 2034 (Метро́ 2034)
Voto e recensione: 2/5
Pagine: 464
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Trama del libro e quarta di copertina:
Metro 2034 è un romanzo di fantascienza ambientato in una Mosca
post apocalittica in rovina, dove radiazioni e chimere create
geneticamente hanno reso la superficie completamente inabitabile dagli
esseri umani. Più profondo e filosofico rispetto al primo capitolo,
Metro 2034 è stato definito "un noir post atomico" unico nel suo genere,
in cui molti dei personaggi già centrali in Metro 2033, vengono meglio
definiti nel carattere con l'aggiunta di una nuova giovane eroina
adolescente, attraverso cui Glukhovsky introdurrà per la prima volta il
tema dell'amore. Metro 2034 è una storia di scelte. Scelte tra il bene e
il male, tra il fine e mezzi, tra amore e dovere, tra mali minori e
maggiori. Sono decisioni che possono cambiare la vita di una persona e
sulle quali poggia il destino del genere umano… solo l'amore, la
speranza e la fede possono far sopravvivere gli uomini in un mondo senza
speranza per il domani.
Commento personale e recensione:
Letto più veloce rispetto al suo predecessore, che nel complesso resta migliore, anche se troppo prolisso, lungo e pesante. C'è però da dire che ormai avevo fato il callo al protagonista, all'ambientazione ed al modo di scrivere dello scrittore: onestamente avrei sperato in un suo miglioramento nello stile, che non è avvenuto nonostante gli anni di distanza (7) tra un libro e l'altro.. Non che la scorrevolezza sia il punto di forza del romanzo, ma risulta più accattivante soprattutto nelle scene d'azione forse. Le parti dei tunnel metropolitani di Mosca che i nostri personaggi sonderanno a questo giro sono differenti da quelli già descritti nel primo tomo, ma l'autore si concentra maggiormente sui fatti. E questo a mio avviso è un bene, visto che altrimenti avrebbe potuto essere troppo ridondante. I legami tra questi personaggi saranno il fulcro dei cambiamenti che vedremo pagina dopo pagina ed in certi casi sono anche molto profondi. Il problema maggiore a mio avviso è la scelta del protagonista, non esattamente adatto al ruolo. E a conti fatti non si capisce neanche se il vero protagonista è lui (Hunter) o gli altri comprimari, che si prendono un bella fetta di narrazione.
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