lunedì 16 settembre 2024

Kinds Of Kindness (2024)


Regia: Yorgos Lanthimos
Anno: 2024
Titolo originale: Kinds Of Kindness
Voto e recensione: 7/10
Pagina di IMDB (6.6)
Pagina di I Check Movies
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Cercando film da vedere su Disney+ sono rimasto piacevolmente colpito dalla presenza di questo ultimo lavoro di Yorgos Lanthimos. Mi ci son fiondato sopra appena potuto con tante aspettative ben ripagate. Si tratta di una pellicola antologica divisa per capitoli, senza alcun apparente legame tra di essi, se non il genere grottesco, spennellato da situazioni assurde ed in certi casi surreali, un cast composto da Emma Stone, Jesse Plemons, Willem Dafoe che gira su se stesso impersonando personaggi differenti ed ovviamente il taglio cinematografico indiscutibile del regista. Che qui ci offre anche una sceneggiatura che se fosse stata un libro l'avremmo potuta confondere con qualcosa del grandi scrittori contemporanei, scomodando anche Paul Auster. Kinds of Kindness di Yorgos Lanthimos è un’opera cinematografica che non solo intrattiene, ma sfida e provoca lo spettatore in modi inaspettati. Tre capitoli che si spingono ad esplorare diverse sfaccettature della gentilezza e del controllo psicologico, ma con un tocco oscuro e grottesco. Il film si apre con una storia che sembra uscita da un incubo: amore e ricompense in cambio di obbedienza cieca, portando i protagonisti a situazioni estreme e surreali1. Il secondo segmento ci trasporta in un thriller psicologico, dove un poliziotto, , deve affrontare il ritorno della moglie scomparsa, interpretata da Emma Stone, con risvolti inquietanti e misteriosi. Infine, il terzo sracconto ci immerge in una setta bizzarra e pericolosa, esplorando temi di fede cieca e manipolazione. Lanthimos riesce a mantenere un equilibrio perfetto tra il macabro e il comico, creando un’esperienza cinematografica unica che è tanto divertente quanto disturbante grazie anche all'ottimo lavoro del cast, le inquadrature in primo piano sui loro volti che scoprono emozioni non sempre codificabili ed una fotografia generale che ha il dono di immergerti nelle tre storie raccontate. E come sempre il bello sta in quella parte del film che va oltre il puro racconto, ma ci spinge alla riflessione.

domenica 15 settembre 2024

Promontorio di Piombino #25

 
In questo weekend in cui ho modificato i piani, mi son dedicato un po' all'allenamento fisico se così si può dire. Ieri dedicato a qualche (pochi) esercizi e pseudo corsa su asfalto, oggi finalmente un bel trekking in zona. Temperatura giusta per non sudare, ma un bel cielo pulito e parto con La Vicina per fare una sgambata vera visto che ultimamente con i trekking l'ho presa abbastanza comoda. Una sorta di giro classico del promontorio, ma con alcune modifiche a partire dal senso antiorario dell'anello che inizia da Calamoresca e sale subito verso i Diaccioni. Da qui invece che prendere direttamente il crinale punto su la Sedia per aggiungere un po' di dislivello e portarmi successivamente a Campo alla Sughera. Quindi crinale classico fino alla chiesetta ed al Reciso per poi salire a fare una breve colazione a Populonia. Il ritorno va per la via del Monastero che si ricollega successivamente a quella dei Cavalleggeri per toccare Fosso alle Canne e Spiaggia Lunga prima di tornare alla base. Una bella sgroppatella anche per provare le nuove scarpe in previsione del prossimo cammino: quello dei Fari seconda parte.

Album fotografico Promontorio di Piombino #25

sabato 14 settembre 2024

Empoli 0 - Juventus 0

 
Devo essere io che porto sfortuna mi sa. Dopo i risultati fotocopia da 3 - 0 nelle prime due partite, ecco quelli da 0 - 0 in quelle che ho avuto il piacere di vedere. E' ovvio che la Juventus sia ancora un cantiere aperto: in questa sessione estiva di mercato sono usciti moltissimi giocatori, soprattutto tra i titolari. E di contro ne sono entrati altrettanti che devono ambientarsi ed adattarsi, anche dopo la sosta delle Nazionali. Un'ossatura differente rispetto al passato è però già evidenti nel modo di giocare, al di là del risultato e della brutta prestazione a livello di gioco. Si nota almeno la voglia di spingere in avanti o di provare il cambio gioco. Almeno sulla carta, sebbene ci sia ancora tantissimo da lavorare. Molti non sono pronti e ancora di più quelli che non sono pronti per essere da Juve. I migliori stasera sono stati Gatti, Cambiaso ed addirittura Kalulu. Troppo spento il centrocampo, troppo spaesato Luiz, troppo acerbo Gonzalez, troppo debole fisicamente Yiliz e così via. Per vedere il primo tiro in porta nostro si devono attendere 35 minuti, per vederlo su azione addirittura 50. Troppo anche in questo caso, considerando l'avversario non proprio irresistibile nonostante l'alta posizione in classifica. Insomma c'è da mettere mano su diversi aspetti ancora, ma probabilmente siamo sulla strada giusta. Lo vedremo #finoallafine

The Menu (2022)


Regia: Mark Mylod
Anno: 2022
Titolo originale: The Menu
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB  (7.2)
Pagina di I Check Movies
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Approfitto subito dei tre mesi gratuiti di Disney+ per guardare questo film: sapevo a grandissime linee di cosa si trattasse, ma non avendo mai approfondito è stata una gradita sorpresa. Faccio parte di quel pubblico che conosce poco i talent culinari come Masterchef (viste con piacere due stagioni soltanto, ed anche in questo caso per abbonamento gratuito alla piattaforma), che ci trasformano in espertoni del piatto e sono lontano dagli ambienti di una cucina stellata di quel livello anche se mi piacerebbe poter provare (senza potermelo permettere) alcune "esperienze". The Menu combina elementi di satira sociale, horror e commedia nera. La trama ruota attorno a un gruppo di persone benestanti che si recano in un ristorante esclusivo su un’isola remota, gestito dal rinomato chef Julian Slowik, interpretato da Ralph Fiennes. Il film segue Margot (Anya Taylor-Joy) e Tyler (Nicholas Hoult), una coppia che si unisce ad altri ospiti per una cena unica nel suo genere. Ogni portata del menu è progettata per rivelare segreti e mettere a nudo le ipocrisie dei commensali, culminando in un finale sorprendente e inquietante. Già verso metà ellicola però (se non prima) lo spettatore viene messo di fronte all'evoluzione della trama che non si limita alla presentazione di portate stratosferiche e ben curate: insomma già dall'odioso atteggiamento di Tyler possiamo capire che qualcosa non va per il verso giusto. La struttura del film è simile a quella di un pasto gourmet, con ogni portata che aggiunge un nuovo strato di tensione e rivelazione. La regia di Mylod è precisa e stilisticamente ricca, utilizzando il cibo come metafora per criticare la società moderna. Una prova molto originale che colpisce e fa riflettere, rendendo il film davvero interessante e divertente anche se il finale risulta troppo rocambolesco ed alcune situazioni decisamente (e volutamente) paradossali fanno perdere parecchio realismo. The Menu è un’esperienza cinematografica unica che offre una critica sociale avvincente attraverso il prisma della gastronomia

venerdì 13 settembre 2024

Disney+ gratis per tre mesi

 
Non sono un amante della piattaforma Disney+ però è già la seconda volta che TIM mi offre alcuni mesi gratuiti per questo servizio di streaming. La prima, mi pare un paio di anni fa durò sei mesi, questa volta invece mi dovrò accontentare solo di tre. In realtà non ci ho trovato così tanti prodotti di mio interesse, ma essendo passato un po' di tempo son sicuro che qualcosa troverò. Non necessariamente serie tv, e non necessariamente opere legate ai franchise più importanti come Marvel o Star Wars. Magari da Mini Fisto mi sapranno indicare qualcosa. L'attivazione è comunque molto semplice, basta seguire le indicazioni dalla app MyTim e dopo aver accettato le condizioni (l'abbonamento dura tre mesi, non ha nessun costo di attivazione o di fruizione e si disdice automaticamente trascorso il periodo indicato) basta associare il proprio account Disney+ (se lo si ha già, o crearne uno nuovo) alla promo ed il gioco è fatto. E ora subito alla ricerca di qualcosa da vedere! 

martedì 10 settembre 2024

2024 – Trentino – Canyon del Rio Sass

 Ed ecco infine l'ultimo articolo di Funflus sulla nostra ultima gitina trentina.

 

Ultimo giorno in compagnia di Jack o, per meglio dire, ultima mattinata, in quanto il viaggio di ritorno risulta come ogni volta essere impegnativo. Il luogo scelto per questa piccola avventura è il Canyon del Rio Sass nel comune di Borgo D'Anaunia. In realtà l'intero complesso naturale scavato dal torrente è ubicato direttamente sotto il paese di Fondo, o forse è bene dire il contrario, che il borgo è stato costruito direttamente al di sopra del rio; nel percorso, che si snoda per circa 2,5 km, è facile imbattersi nella vista di strutture o case sopra di noi.

Una volta arrivati al luogo di incontro e preparati, anche con i caschetti, alle due ore di tragitto ci "prende in carico" una guida alquanto pittoresca; sarà il ruolo, sarà l'amore per il suo lavoro e il saperci fare con le persone, ma il tizio hippie che ci accoglie entra di diritto nella categoria dei "personaggi".

Il paese di Fondo

E' molto complesso raccontare non tanto le emozioni, quanto i suoni, gli odori o le sensazioni tattili dove l'acqua la fa da padrone. Osserviamo questo paesaggio caratteristico, ci bagniamo sotto le cascate, sentiamo lo scorrere imperterrito del fiume che continua a scavare; tutto questo in passerelle accessibili a tutti.

Anche la roccia ci vuole insegnare qualcosa:

lunedì 9 settembre 2024

Madame Web (2024)


 Regia: S. J. Clarkson 
Anno: 2024
Titolo originale: Madame Web 
Voto e recensione: 4/10
Pagina di IMDB (4.0)
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Film:
Questo può rientrare in uno di quei casi di masochismo. Nonostante praticamente li stia guardando quasi tutti, i cinefumottosi panettoni glassosi della Marvel mi fanno abbastanza venire attacchi perpetui di noia. Di questo però tutti ne parlavano male, talmente male, che mi hanno caricato la curiosità. Scopro comunque, che pur essendo roba Marvel, fa parte dell'universo regalatoci da Sony, quello con Venom per capirsi. Comunque la trama è banale,ai limiti del fanciullesco e la lunga introduzione ai fatti è di una noia mortale Il peggio però sta nel proseguo con scene d'azione inconsistenti e poteri spiegati da cani. Neanche la trasformazione finale della protagonista in una cieca e chiaroveggente Muad Dib mi ha reso simpatica la protagonista. C'è da dire però una cosa onesta: non è assolutamente peggiore di tanti altri di questo genere. Quindi non è che non sia brutto, ma dovrebbero trattare gli altri con la stessa moneta.

Edizione: bluray
Versione semplice in amaray ma con cartolina all'interno. Traccia audio italiana in DTS HD MA ed i seguenti extra:
  • Future vision (7 minuti)
  • Casting the web (9 minuti)
  • Oracle of the page (5 minuti)
  • Gag reel (5 minuti)
  • Fight like a spider (6 minuti)
  • Easter eggs (4 minuti)
  • Scena eliminata (1 minuto)

2024 – Trentino – Castello di Stenico – Parco d’arte Lusan

 Ed infine la seconda parte del sabato con Funflus:

Terminata la rinfrescante uscita all'orrido di Ponte Alto, il pomeriggio offre spunti decisamente più storici e culturali; infatti decidiamo, dopo un bel pranzo dal paninaro lungo la strada, di visitare l'affascinante castello di Stenico con le sue collezioni.

Arroccato sul dosso che domina l’abitato di Stenico, il castello conserva ancora il suo aspetto imponente e massiccio di edificio fortificato. Al suo interno, l’eleganza degli ambienti e la raffinatezza di affreschi e sculture rivelano la destinazione a residenza estiva del principe vescovo di Trento.

La natura delle collezioni esposte a Castel Stenico riguarda prevalentemente oggetti legati all’arte applicata. ll maniero ospita nelle sale dipinti e oggetti di arti applicate provenienti dalle collezioni provinciali: una significativa testimonianza di creatività e perizia degli artisti e artigiani che lavorarono nel territorio trentino nel corso dei secoli.

Nella sala del Giudizio è presenta una collezione di campane dismesse dalle chiese del territorio:

Vasto e severo, illuminato solo attraverso una serie di feritoie, l’ambiente al pianterreno del Palazzo Nuovo era forse destinato all’amministrazione della giustizia del territorio, affidata al Capitano delle Giudicarie, il funzionario vescovile cui spettava anche il controllo militare e l’amministrazione economica della zona giudicariese. Sul fondo della sala un gradone sopraelevato poggiante direttamente sulla roccia, secondo la tradizione, ospitava i giudici.

Madonna con Bambino fra i Santi Lorenzo e Silvestro (tavola centrale) - Costantino imperatore e Silvestro papa (predella) di Jacopo Ligozzi, qui conservato per tutela.

Il castello è molto grande e si snoda in varie strutture collegate tra di loro a seconda del periodo storico in cui sono state aggiunte o modificate, quali Palazzo Vecchio e Palazzo Nuovo o casa vecchia e Palazzo Hinderbach fino alla torre di Bozone o alla splendida e affrescata cappella di San Martino.

Qui p possibile notare la loggia rinascimentale che collega il Palazzo Vecchio e quello Nuovo, in sostituzione di un camminamento di ronda e di una torretta, l’elegante e ariosa loggia rinascimentale contribuisce a infondere al castello l’aspetto di un’elegante residenza; lo stemma del principe vescovo Bernardo Cles, recante la data 1538, è scolpito sulla volta.

Come detto, innumerevoli sono gli ambienti che possiamo attraversare e che danno un'impronta caratteristica agli stessi; qui si respira lo scorrere del tempo. Troviamo varie sale, come quella dei Putti, o la cucina, o la sala dei medaglioni o del camino nero. Insomma, uno spaccato del tempo che fu, un periodo di grande ricchezza per i titolari del maniero e che gli arredi rimasti tutt'ora ci mostrano.

Al primo piano del palazzo hinderbachiano, l’elegante sala è decorata da un fregio pittorico – piena espressione della cultura rinascimentale – affrescato nella prima metà del Cinquecento con putti festanti, reggenti vessilli e cornucopie, e intercalati da vecchi sileni. Un curioso lampadario di tradizione tirolese, con una scultura montata su corna di cervo, completa l’arredo.

La denominazione della sala – ricavata nell’ampliamento all’ultimo piano dell’antica Casa Murata –  deriva dal fregio pittorico eseguito durante gli interventi cinquecenteschi voluti dal principe vescovo Bernardo Cles: personificazioni di Virtù e Arti liberali si affacciano attraverso oculi aperti in finte lastre marmoree, ornate da rami pendenti con foglie e frutti.

Un imponente camino in pregevole pietra nera di Ragoli caratterizza l’ampio salone all’ultimo piano del Palazzo Hinderbach. Le pareti sono decorate da un fregio pittorico commissionato nel Cinquecento dal vescovo Bernardo Cles: finti drappeggi ornati a grottesche e recanti le imprese clesiane si scostano per mostrare vivaci scene di battaglia. Dalle finestre si gode un vasto panorama sulla conca del Bleggio.

Nella Torre di Bozone, detta anche ’della Fame’ – probabilmente il mastio del castello, costruito in uno dei punti più elevati del dosso e inglobato in edifici successivi – è ricavata una prigione, buia e priva di aperture, il cui  accesso è garantito da una botola nel soffitto. Un’ulteriore prigione si trova in prossimità, come pure una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana.

Infine la cappella di San Martino realizzata su preesistenze altomedioevali databili all’VIII secolo, come testimoniano i resti di arredi lapidei, esposti in uno spazio vicino. Si tratta di due plutei (lastre di un recinto) e un frammento di arco, finemente scolpiti con motivi geometrici e vegetali, caratteristici dell’epoca.

Il sorprendente ciclo pittorico, dipinto agli inizi del Duecento e rinvenuto negli ultimi decenni del secolo scorso, è un significativo quanto raro esempio dell’arte romanica nella regione. Figure di santi, tratteggiati con un gusto popolareggiante, completano scene della vita di Gesù, sintesi dell’annuncio di salvezza, e una scena apocalittica.

Il momento artistico-storico è terminato e così ci attende il ritorno a Folgaria verso il ristornate del Forte Cherle, suggerito vivamente dal nostro nuovo amico Serafino. Stenico però vuole mostrare ancora qualcosa di sé; è la cascata del Rio Bianco, presso le falde delle Dolomiti del Brenta, proprio vicinissimo all'abitato.

Nonostante la distanza e il tempo trascorso tra natura e arte una piccola "chicca" ci fa sostare per l'ultima volta; nel tragitto finale infatti incontriamo il parco Lusan presso il comune di Vallelaghi. Questi è un parco d’arte contemporanea tematico immerso nella natura della Valle dei Laghi. Si pone l’obiettivo di fare conoscere i principali siti di interesse a carattere storico, culturale e naturalistico presenti nel territorio comunale di Vallelaghi, mediante installazioni artistiche realizzate con differenti materiali da artisti accuratamente selezionati, supportate da specifiche tabelle illustrative.
 
Le diverse opere d’arte, come delle riflessioni “d’autore”, diventano una sorta di storia. Vogliono essere un invito a scoprire e conoscere più a fondo il territorio della Valle dei Laghi con le sue preziose peculiarità, la cui morfologia è stata disegnata dal grande Ghiacciaio dell’Adige durante l’ultimo periodo glaciale.

Le pecore curiose di Marco Baj

L’opera è dedicata ai massi erratici presenti in zona, nello specifico al “Sass Gris”. Le pecore, osservando il masso dinnanzi a loro, ripercorrono il suo percorso. Fantasticando “infinite” storie concentrano tutta l’attenzione su di esso. Si apre in questo modo un dialogo “invisibile” che porta il visitatore ad avere diversi pensieri, finalizzati a porsi delle domande e a riflettere sulla natura e sulla provenienza del masso stesso.

Lassù di Paolo Moro

L’opera è dedicata alla Paganella. L’opera, stilizzata, rappresenta con eleganza e leggerezza l’altezza delle montagne, la loro verticalità ed il senso si libertà che si prova quando si è sulla vetta. Allo stesso tempo rappresenta l’infinita bellezza che è possibile scorgere quando si è sopra di loro, come sospesi, intenti nel percorrere una via attrezzata o un ponte tibetano, secondo un senso di equilibrio che rimanda al nostro rapporto con il mondo della natura.

Energia di Mario Piral

L’opera è dedicata alla centrale idroelettrica di Santa Massenza. L’opera, avente le sembianze di una moderna turbina, rappresenta la forza motrice dell’acqua, una forza dinamica rotante governata da una musa immaginaria. L’acqua, per via della sua natura, può memorizzare e assorbire diverse forme di energia presenti sulla terra; è in grado di dissetare i corpi dell’uomo, lavare, purificare, fecondare i campi e guarire le ferite dell’anima. Per questi motivi è stata spesso venerata e in numerose culture e mitologie antiche si hanno notizie di divinità ad essa legata.

1980 i "Pisetta" di Giovanni Bailoni

L’opera è dedicata alla via ferrata Pisetta. L’opera, attraverso materiali che raccontano di passato e di presente, rappresenta i due fratelli Pisetta che, nel 1980, decisero di aprire una via attrezzata sul Piccolo Dain. Uno indica verso l’alto immaginando l’ardita via, l’altro osserva e… già la vede.

Origine glaciale di Federico Seppi

L’opera è dedicata ai pozzi glaciali di Vezzano. L’opera rappresenta l’azione lenta e incessante della natura, che imprime con forza le proprie energie sulla materia e ha saputo lasciare chiari segnali in ricordo delle ere geologiche passate. Il masso porfirico è diviso in due, la parte più grande, leggermente inclinata, con la superficie scolpita, vuole rappresentare il movimento del ghiacciaio; l’altra, più piccola, mostrala conseguente azione erosiva e ricorda le forme dei pozzi glaciali.

Riflessi nell'acqua di Ionel Alexandrescu

L’opera è dedicata ai laghi presenti in zona (Lago Santo, Lago di Lamar, Lago di Terlago, Lago di Santa Massenza). L’opera, alleggerita dal peso della materia, richiama le acque cristalline dei laghi presenti in zona, con la possibilità di rispecchiarsi al loro interno. La scultura, composta da giochi di volume principalmente orizzontali, in un contrasto armonioso tra pieni e vuoti, è fuori dall’anatomia artistica più classica; tutto il corpo della figura umana si sta muovendo nell’energia dell’acqua che rappresenta la vita.

Abisso "percorso interiore" di Paolo Vivian

L’opera è dedicata all’Abisso di Lamar. L’opera porta alla luce quanto è fruibile solo ad esperti speleologi, dando forma artistica ad un elemento naturale. L’elemento in acciaio inox posto alla sommità rappresenta un cristallo di ghiaccio, ovvero l’acqua da cui le “spaccature” naturali hanno avuto origine. L’abisso scavato nella roccia diventa anche uno specchio del nostro essere interiore più profondo e vero, del nostro codice dell’anima, come scrive James Hillman, della nostra natura che, attraverso l’istinto puro, ci guida nella realizzazione di noi stessi. Il taglio verticale che lo percorre, anche con violenza, è il condizionamento che con l’educazione, ma ancora di più con le imposizioni autoritarie che possono essere date, snatura il nostro essere creando false espressioni di noi stessi.

Spirito del Bondone di Matteo Cecchinato

L’opera è dedicata al Monte Bondone. L’opera rappresenta una creatura stilizzata le cui forme simboleggiano diversi aspetti del gruppo montuoso da cui prende il nome. Le tre “teste” riproducono le tre cime del Bondone, mentre gli intrecci complessi e la struttura sono state ispirate dai numerosi sentieri presenti, dalle rocce e dalle pareti scoscese. Ogni montagna porta con sé una moltitudine di storie e di leggende, quasi fosse un nume tutelare, un essere che può essere pacifico e svettare guardando verso il cielo o incombere sulla vita degli uomini che gli sono ai piedi.

Il sabato è davvero finito ora.

2024 – Trentino – Maso Guez – Orrido di Ponte Alto

 Altro capitolo dell'ultima gitarella in Trentino, rubato a Funflus, sulla prima parte del sabato.
 

Il sabato mattina inizia alla grande grazie al coupon, regalatomi da Ricca e Vale, che ci permette di conoscere le attività e, se così possiamo dire, la vita e la storia personale di Serafino, titolare insieme a suo figlio del Maso Guez e in particolare di una serie di amorevoli caprette che ci seguono ad ogni passo. Le vicende narrate dal pastore, che in realtà avrebbe voluto sfatare ogni stereotipo riguardo i sardi, trasudano emozioni a non finire e si intuisce quanto ci tenga alla sua nuova dimora, che lo ha accolto anni fa e non lo ha più lasciato andare. Il tragitto permette di poter scoprire, seppur in piccolo, il lavoro genuino dietro ai prodotti che poi vengono direttamente nelle nostre tavole quali in particolare il formaggio di capra (venduto sottobanco al Conad e per questo licenziato).

Il giro per i boschi della durata all'incirca di due ore non comporta però il silenzio; aneddoti, imprecazioni, leggende metropolitane ci accompagnano per tutta la transumanza. E visto che si è fatto l'idea che siamo turisti che vengono da lontano, i racconti si impreziosiscono di vere e proprie "infamate" verso i politici locali, di "segreti" del luogo e così via; nel momento in cui viene fuori la verità, ovvero che sono un docente che abita a Folgaria, si crea una sorte di patto ancestrale; "ciò che è stato detto al Maso Guez, rimane al Maso Guez". Felice di questa esperienza, dopo aver visto bere un vino casereccio dal solito bicchiere sia una capretta sia lo stesso padrone, con il sorriso tra le labbra possiamo ritenerci soddisfatti e siamo pronti nuovamente per discendere e concentrarci sulla seconda tappa della giornata, l'orrido di Ponte Alto a Trento.

L'orrido è un'attrazione naturalistica - ingegneristica molto conosciuta; una guida ci accompagna in tutta l'estensione del sito illustrandoci per filo e per segno tutte le caratteristiche del sito e le varie misure adottate dall'uomo affinché il torrente Fersina non esondasse e provocasse danni ai borghi e all'intera città.

Il ponte da cui deriva il nome dell'orrido.

Si possono notare grazie ad un percorso che scende in profondità tutte quelle strutture, in particolar modo "serre", che fin dal XVI secolo sono state costruite per tentare di eliminare l'accumulo di detriti, spesso con scarsi risultati. L’aspetto attuale è dato dall'ennesima ricostruzione della serra realizzata dall’Amministrazione dell’Impero austroungarico nell’ambito di un piano anti-alluvioni che interessò i principali affluenti dell’Adige. Essa è costruita con grossi conci squadrati in pietra sebbene in realtà sia interrata per circa i 2/3 della sua altezza totale nei sedimenti alluvionali che nel frattempo si sono accumulati per lo sbarramento della Serra Madruzza, costruita in quegli anni circa 80 m a valle di Ponte Alto.


Quest’ultima supera i 40 m di altezza e è costruita con giganteschi blocchi squadrati di pietra locale. Attraverso una scaletta a chiocciola scavata nella roccia del versante destro, si può accedere ad un “balcone” sotto il piano di deflusso del torrente, trovandosi come all’interno di una cascata.

Dopo esserci bagnati a dovere, si conclude anche questa visita guidata e ritornando sui propri passi, risalendo il torrente, torniamo all'inizio della terrazza. Unica pecca di questo giro il fatto che fossimo veramente in tanti turisti, tra cui molti stranieri (per questo motivo la guida doveva suddividere gli interventi in italiano e in inglese), che forse hanno reso molto più confusionario un luogo che era necessario invece ascoltare nel silenzio.