lunedì 9 settembre 2024

2024 – Trentino – Maso Guez – Orrido di Ponte Alto

 Altro capitolo dell'ultima gitarella in Trentino, rubato a Funflus, sulla prima parte del sabato.
 

Il sabato mattina inizia alla grande grazie al coupon, regalatomi da Ricca e Vale, che ci permette di conoscere le attività e, se così possiamo dire, la vita e la storia personale di Serafino, titolare insieme a suo figlio del Maso Guez e in particolare di una serie di amorevoli caprette che ci seguono ad ogni passo. Le vicende narrate dal pastore, che in realtà avrebbe voluto sfatare ogni stereotipo riguardo i sardi, trasudano emozioni a non finire e si intuisce quanto ci tenga alla sua nuova dimora, che lo ha accolto anni fa e non lo ha più lasciato andare. Il tragitto permette di poter scoprire, seppur in piccolo, il lavoro genuino dietro ai prodotti che poi vengono direttamente nelle nostre tavole quali in particolare il formaggio di capra (venduto sottobanco al Conad e per questo licenziato).

Il giro per i boschi della durata all'incirca di due ore non comporta però il silenzio; aneddoti, imprecazioni, leggende metropolitane ci accompagnano per tutta la transumanza. E visto che si è fatto l'idea che siamo turisti che vengono da lontano, i racconti si impreziosiscono di vere e proprie "infamate" verso i politici locali, di "segreti" del luogo e così via; nel momento in cui viene fuori la verità, ovvero che sono un docente che abita a Folgaria, si crea una sorte di patto ancestrale; "ciò che è stato detto al Maso Guez, rimane al Maso Guez". Felice di questa esperienza, dopo aver visto bere un vino casereccio dal solito bicchiere sia una capretta sia lo stesso padrone, con il sorriso tra le labbra possiamo ritenerci soddisfatti e siamo pronti nuovamente per discendere e concentrarci sulla seconda tappa della giornata, l'orrido di Ponte Alto a Trento.

L'orrido è un'attrazione naturalistica - ingegneristica molto conosciuta; una guida ci accompagna in tutta l'estensione del sito illustrandoci per filo e per segno tutte le caratteristiche del sito e le varie misure adottate dall'uomo affinché il torrente Fersina non esondasse e provocasse danni ai borghi e all'intera città.

Il ponte da cui deriva il nome dell'orrido.

Si possono notare grazie ad un percorso che scende in profondità tutte quelle strutture, in particolar modo "serre", che fin dal XVI secolo sono state costruite per tentare di eliminare l'accumulo di detriti, spesso con scarsi risultati. L’aspetto attuale è dato dall'ennesima ricostruzione della serra realizzata dall’Amministrazione dell’Impero austroungarico nell’ambito di un piano anti-alluvioni che interessò i principali affluenti dell’Adige. Essa è costruita con grossi conci squadrati in pietra sebbene in realtà sia interrata per circa i 2/3 della sua altezza totale nei sedimenti alluvionali che nel frattempo si sono accumulati per lo sbarramento della Serra Madruzza, costruita in quegli anni circa 80 m a valle di Ponte Alto.


Quest’ultima supera i 40 m di altezza e è costruita con giganteschi blocchi squadrati di pietra locale. Attraverso una scaletta a chiocciola scavata nella roccia del versante destro, si può accedere ad un “balcone” sotto il piano di deflusso del torrente, trovandosi come all’interno di una cascata.

Dopo esserci bagnati a dovere, si conclude anche questa visita guidata e ritornando sui propri passi, risalendo il torrente, torniamo all'inizio della terrazza. Unica pecca di questo giro il fatto che fossimo veramente in tanti turisti, tra cui molti stranieri (per questo motivo la guida doveva suddividere gli interventi in italiano e in inglese), che forse hanno reso molto più confusionario un luogo che era necessario invece ascoltare nel silenzio.

Nessun commento:

Posta un commento