domenica 29 settembre 2024
Genoa 0 - Juventus 3
Cammino dei Tre Villaggi #2-3.3
Dopo una ricca colazione, sempre alla Locanda Epica, il cui gestore Andrea è un vero e proprio personaggio "epico", con molta calma ci dirigiamo per una visita al museo naturalistico di Barbarano Romano e poi ricominciamo il nostro cammino. Subito usciti dal paese ci addentriamo in un bosco così fitto e umido che sembra di essere in una foresta pluviale. Il canale del Biedano è infatti un ambiente ricco di biodiversità, vegetali ed animali, che ci rapisce e ci nasconde alla vista del cielo. Questo percorso è caratterizzato da alcuni semplici guadi e dalle mole, rovine di antichi mulini e dighe che formano cascatelle e laghetti. In alcuni tratti sembra anche di essere dentro le vie cave, con le pareti che ci sovrastano. Arriviamo quindi a Blera, con cui terminiamo la seconda tappa che fa parte del Cammino dei Tre villaggi, anch'essa arroccata nel tufo e proseguiamo per la panoramica concludendo l'anello che ci porta al punto di partenza. Meritato l'attestato e tutti i timbri della credenziale. Nuovamente una bella esperienza, ben studiata e molto sentita.
sabato 28 settembre 2024
Cammino dei Tre Villaggi #1.3
venerdì 27 settembre 2024
10 giorni di Natura Mix Energia
Natura Mix Advanced Energia è utile per avere una maggiore energia fisica e mentale e contribuisce all’attività adattogena grazie all’estratto di Eleuterococco. Il prodotto inoltre aiuta a contrastare la fatica grazie agli estratti di Ginseng e Guaranà.
La formulazione è arricchita dal mix di frutti rossi Cyanidin-3, ad alto contenuto di antociani, costituito dai succhi concentrati di Mirtillo, Sambuco e Mora, appositamente selezionati per la loro sinergia d’azione.
In particolare, il succo concentrato di Mirtillo svolge un’azione antiossidante e il succo concentrato di Sambuco è utile anche per le naturali difese dell’organismo.
Primo giorno: camminata la mattina + lavoro il pomeriggio
Secondo giorno: palestra la mattina + lavoro il pomeriggio
Terzo, quarto e quinto giorno: trekking zaino in spalla
Sesto, ottavo e decimo giorno: lavoro
Settimo e nono giorno: lavoro + palestra
Ho sempre preso una fialetta intera la mattina intorno alle 7.00, non diluita in acqua. Il sapore è buono e la quantità minima, quindi la si prende con estrema semplicità. Il risultato è soddisfacente in quanto in questi giorni ho sempre avuto una buona carica positiva. Ovviamente non è un booster, quindi ad esempio durante i trekking che sono stati molto pesanti, la stanchezza si è fatta sentire. Intendo però che pur andando a letto relativamente presto (22.00-23.00) mi son sempre sentito riposato durante la sveglia e le ore di attività. Questo tipo di prodotti vanno comunque assunti facendo regolare attività fisica e seguendo una dieta equilibrata, così da poter essere sfruttati al meglio.
mercoledì 25 settembre 2024
Guardiani Della Galassia Vol. 3 (2023)
lunedì 23 settembre 2024
Hit-Monkey [Stagione 2]
domenica 22 settembre 2024
Cammino dei Fari Parte II 3.3
sabato 21 settembre 2024
Juventus 0 - Napoli 0
Cammino dei Fari parte II #2.3
venerdì 20 settembre 2024
Cammino dei Fari Parte II #1.3
Si era conclusa a fine aprile la prima parte del Cammino dei fari all'Elba, con l'arrivo a Cavo seguendo in questa giornata la prima tappa della GTE al contrario. Vista la bella esperienza con Lasca la Randa, la guida e amica che ci ha accompagnati in questo viaggio, ho deciso fin da subito di partecipare anche alle ultime tre tappe. Il bello di ritrovarsi qui, quasi come un finto local, è quello di vivere questa avventura in maniera per niente turistica, ma stretto contatto con luogo e gente del posto, respirando solo sensazioni genuine. A sto giro partiamo da Rio Marina per seguire il sentiero dell'amore che ci porta ad Ortano, poi giungiamo a Porto Azzurro per il pranzo passando ovviamente dal laghetto Nero, Reale e Barbarossa. Da qui inizia la seconda parte del trekking con la zona umida di Mola, Forte Focardo ed una lunga e impegnativa salita nella zona del Calamita fino a concludere con Capoliveri, punto finale, ma non definitivo dell'escursione. Trasportati a Lacona infatti abbiamo modo di andare all'azienda di Sara, che ci racconta e spiega in una lezione didattica e pratica come fare il formaggio. Faremo ben due forme di primo sale con le nostre mani. Concludiamo poi per davvero con cena e pernottamento al Giardino.
Album fotografico Cammino dei Fari parte II #1.3
martedì 17 settembre 2024
Juventus 3 - PSV Eindhoven 1
Animal Kingdom [Stagione 1]
lunedì 16 settembre 2024
Kinds Of Kindness (2024)
domenica 15 settembre 2024
Promontorio di Piombino #25
sabato 14 settembre 2024
Empoli 0 - Juventus 0
The Menu (2022)
venerdì 13 settembre 2024
Disney+ gratis per tre mesi
martedì 10 settembre 2024
2024 – Trentino – Canyon del Rio Sass
Ultimo giorno in compagnia di Jack o, per meglio dire, ultima mattinata, in quanto il viaggio di ritorno risulta come ogni volta essere impegnativo. Il luogo scelto per questa piccola avventura è il Canyon del Rio Sass nel comune di Borgo D'Anaunia. In realtà l'intero complesso naturale scavato dal torrente è ubicato direttamente sotto il paese di Fondo, o forse è bene dire il contrario, che il borgo è stato costruito direttamente al di sopra del rio; nel percorso, che si snoda per circa 2,5 km, è facile imbattersi nella vista di strutture o case sopra di noi.
Una volta arrivati al luogo di incontro e preparati, anche con i caschetti, alle due ore di tragitto ci "prende in carico" una guida alquanto pittoresca; sarà il ruolo, sarà l'amore per il suo lavoro e il saperci fare con le persone, ma il tizio hippie che ci accoglie entra di diritto nella categoria dei "personaggi".
Il paese di Fondo
E' molto complesso raccontare non tanto le emozioni, quanto i suoni, gli odori o le sensazioni tattili dove l'acqua la fa da padrone. Osserviamo questo paesaggio caratteristico, ci bagniamo sotto le cascate, sentiamo lo scorrere imperterrito del fiume che continua a scavare; tutto questo in passerelle accessibili a tutti.
Anche la roccia ci vuole insegnare qualcosa:
lunedì 9 settembre 2024
Madame Web (2024)
- Future vision (7 minuti)
- Casting the web (9 minuti)
- Oracle of the page (5 minuti)
- Gag reel (5 minuti)
- Fight like a spider (6 minuti)
- Easter eggs (4 minuti)
- Scena eliminata (1 minuto)
2024 – Trentino – Castello di Stenico – Parco d’arte Lusan
Terminata la rinfrescante uscita all'orrido di Ponte Alto, il pomeriggio offre spunti decisamente più storici e culturali; infatti decidiamo, dopo un bel pranzo dal paninaro lungo la strada, di visitare l'affascinante castello di Stenico con le sue collezioni.
Arroccato sul dosso che domina l’abitato di Stenico, il castello conserva ancora il suo aspetto imponente e massiccio di edificio fortificato. Al suo interno, l’eleganza degli ambienti e la raffinatezza di affreschi e sculture rivelano la destinazione a residenza estiva del principe vescovo di Trento.
La natura delle collezioni esposte a Castel Stenico riguarda prevalentemente oggetti legati all’arte applicata. ll maniero ospita nelle sale dipinti e oggetti di arti applicate provenienti dalle collezioni provinciali: una significativa testimonianza di creatività e perizia degli artisti e artigiani che lavorarono nel territorio trentino nel corso dei secoli.
Nella sala del Giudizio è presenta una collezione di campane dismesse dalle chiese del territorio:
Vasto e severo, illuminato solo attraverso una serie di feritoie, l’ambiente al pianterreno del Palazzo Nuovo era forse destinato all’amministrazione della giustizia del territorio, affidata al Capitano delle Giudicarie, il funzionario vescovile cui spettava anche il controllo militare e l’amministrazione economica della zona giudicariese. Sul fondo della sala un gradone sopraelevato poggiante direttamente sulla roccia, secondo la tradizione, ospitava i giudici.
Madonna con Bambino fra i Santi Lorenzo e Silvestro (tavola centrale) - Costantino imperatore e Silvestro papa (predella) di Jacopo Ligozzi, qui conservato per tutela.
Il castello è molto grande e si snoda in varie strutture collegate tra di loro a seconda del periodo storico in cui sono state aggiunte o modificate, quali Palazzo Vecchio e Palazzo Nuovo o casa vecchia e Palazzo Hinderbach fino alla torre di Bozone o alla splendida e affrescata cappella di San Martino.
Qui p possibile notare la loggia rinascimentale che collega il Palazzo Vecchio e quello Nuovo, in sostituzione di un camminamento di ronda e di una torretta, l’elegante e ariosa loggia rinascimentale contribuisce a infondere al castello l’aspetto di un’elegante residenza; lo stemma del principe vescovo Bernardo Cles, recante la data 1538, è scolpito sulla volta.
Come detto, innumerevoli sono gli ambienti che possiamo attraversare e che danno un'impronta caratteristica agli stessi; qui si respira lo scorrere del tempo. Troviamo varie sale, come quella dei Putti, o la cucina, o la sala dei medaglioni o del camino nero. Insomma, uno spaccato del tempo che fu, un periodo di grande ricchezza per i titolari del maniero e che gli arredi rimasti tutt'ora ci mostrano.
Al primo piano del palazzo hinderbachiano, l’elegante sala è decorata da un fregio pittorico – piena espressione della cultura rinascimentale – affrescato nella prima metà del Cinquecento con putti festanti, reggenti vessilli e cornucopie, e intercalati da vecchi sileni. Un curioso lampadario di tradizione tirolese, con una scultura montata su corna di cervo, completa l’arredo.
La denominazione della sala – ricavata nell’ampliamento all’ultimo piano dell’antica Casa Murata – deriva dal fregio pittorico eseguito durante gli interventi cinquecenteschi voluti dal principe vescovo Bernardo Cles: personificazioni di Virtù e Arti liberali si affacciano attraverso oculi aperti in finte lastre marmoree, ornate da rami pendenti con foglie e frutti.
Un imponente camino in pregevole pietra nera di Ragoli caratterizza l’ampio salone all’ultimo piano del Palazzo Hinderbach. Le pareti sono decorate da un fregio pittorico commissionato nel Cinquecento dal vescovo Bernardo Cles: finti drappeggi ornati a grottesche e recanti le imprese clesiane si scostano per mostrare vivaci scene di battaglia. Dalle finestre si gode un vasto panorama sulla conca del Bleggio.
Nella Torre di Bozone, detta anche ’della Fame’ – probabilmente il mastio del castello, costruito in uno dei punti più elevati del dosso e inglobato in edifici successivi – è ricavata una prigione, buia e priva di aperture, il cui accesso è garantito da una botola nel soffitto. Un’ulteriore prigione si trova in prossimità, come pure una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana.
Infine la cappella di San Martino realizzata su preesistenze altomedioevali databili all’VIII secolo, come testimoniano i resti di arredi lapidei, esposti in uno spazio vicino. Si tratta di due plutei (lastre di un recinto) e un frammento di arco, finemente scolpiti con motivi geometrici e vegetali, caratteristici dell’epoca.
Il sorprendente ciclo pittorico, dipinto agli inizi del Duecento e rinvenuto negli ultimi decenni del secolo scorso, è un significativo quanto raro esempio dell’arte romanica nella regione. Figure di santi, tratteggiati con un gusto popolareggiante, completano scene della vita di Gesù, sintesi dell’annuncio di salvezza, e una scena apocalittica.
Il momento artistico-storico è terminato e così ci attende il ritorno a Folgaria verso il ristornate del Forte Cherle, suggerito vivamente dal nostro nuovo amico Serafino. Stenico però vuole mostrare ancora qualcosa di sé; è la cascata del Rio Bianco, presso le falde delle Dolomiti del Brenta, proprio vicinissimo all'abitato.
Nonostante
la distanza e il tempo trascorso tra natura e arte una piccola "chicca"
ci fa sostare per l'ultima volta; nel tragitto finale infatti
incontriamo il parco Lusan presso il comune di Vallelaghi.
Questi è un parco d’arte contemporanea tematico immerso nella natura
della Valle dei Laghi. Si pone l’obiettivo di fare conoscere i
principali siti di interesse a carattere storico, culturale e
naturalistico presenti nel territorio comunale di Vallelaghi, mediante installazioni artistiche realizzate con differenti materiali da artisti accuratamente selezionati, supportate da specifiche tabelle illustrative.
Le diverse opere d’arte, come delle riflessioni “d’autore”,
diventano una sorta di storia. Vogliono essere un invito a scoprire e
conoscere più a fondo il territorio della Valle dei Laghi con le sue
preziose peculiarità, la cui morfologia è stata disegnata dal grande Ghiacciaio dell’Adige durante l’ultimo periodo glaciale.
Le pecore curiose di Marco Baj
L’opera è dedicata ai massi erratici presenti in zona, nello specifico al “Sass Gris”. Le pecore, osservando il masso dinnanzi a loro, ripercorrono il suo percorso. Fantasticando “infinite” storie concentrano tutta l’attenzione su di esso. Si apre in questo modo un dialogo “invisibile” che porta il visitatore ad avere diversi pensieri, finalizzati a porsi delle domande e a riflettere sulla natura e sulla provenienza del masso stesso.
Lassù di Paolo Moro
L’opera è dedicata alla Paganella. L’opera, stilizzata, rappresenta con eleganza e leggerezza l’altezza delle montagne, la loro verticalità ed il senso si libertà che si prova quando si è sulla vetta. Allo stesso tempo rappresenta l’infinita bellezza che è possibile scorgere quando si è sopra di loro, come sospesi, intenti nel percorrere una via attrezzata o un ponte tibetano, secondo un senso di equilibrio che rimanda al nostro rapporto con il mondo della natura.
Energia di Mario Piral
L’opera è dedicata alla centrale idroelettrica di Santa Massenza. L’opera, avente le sembianze di una moderna turbina, rappresenta la forza motrice dell’acqua, una forza dinamica rotante governata da una musa immaginaria. L’acqua, per via della sua natura, può memorizzare e assorbire diverse forme di energia presenti sulla terra; è in grado di dissetare i corpi dell’uomo, lavare, purificare, fecondare i campi e guarire le ferite dell’anima. Per questi motivi è stata spesso venerata e in numerose culture e mitologie antiche si hanno notizie di divinità ad essa legata.
1980 i "Pisetta" di Giovanni Bailoni
L’opera è dedicata alla via ferrata Pisetta. L’opera, attraverso materiali che raccontano di passato e di presente, rappresenta i due fratelli Pisetta che, nel 1980, decisero di aprire una via attrezzata sul Piccolo Dain. Uno indica verso l’alto immaginando l’ardita via, l’altro osserva e… già la vede.
Origine glaciale di Federico Seppi
L’opera è dedicata ai pozzi glaciali di Vezzano. L’opera rappresenta l’azione lenta e incessante della natura, che imprime con forza le proprie energie sulla materia e ha saputo lasciare chiari segnali in ricordo delle ere geologiche passate. Il masso porfirico è diviso in due, la parte più grande, leggermente inclinata, con la superficie scolpita, vuole rappresentare il movimento del ghiacciaio; l’altra, più piccola, mostrala conseguente azione erosiva e ricorda le forme dei pozzi glaciali.
Riflessi nell'acqua di Ionel Alexandrescu
L’opera è dedicata ai laghi presenti in zona (Lago Santo, Lago di Lamar, Lago di Terlago, Lago di Santa Massenza). L’opera, alleggerita dal peso della materia, richiama le acque cristalline dei laghi presenti in zona, con la possibilità di rispecchiarsi al loro interno. La scultura, composta da giochi di volume principalmente orizzontali, in un contrasto armonioso tra pieni e vuoti, è fuori dall’anatomia artistica più classica; tutto il corpo della figura umana si sta muovendo nell’energia dell’acqua che rappresenta la vita.
Abisso "percorso interiore" di Paolo Vivian
L’opera è dedicata all’Abisso di Lamar. L’opera porta alla luce quanto è fruibile solo ad esperti speleologi, dando forma artistica ad un elemento naturale. L’elemento in acciaio inox posto alla sommità rappresenta un cristallo di ghiaccio, ovvero l’acqua da cui le “spaccature” naturali hanno avuto origine. L’abisso scavato nella roccia diventa anche uno specchio del nostro essere interiore più profondo e vero, del nostro codice dell’anima, come scrive James Hillman, della nostra natura che, attraverso l’istinto puro, ci guida nella realizzazione di noi stessi. Il taglio verticale che lo percorre, anche con violenza, è il condizionamento che con l’educazione, ma ancora di più con le imposizioni autoritarie che possono essere date, snatura il nostro essere creando false espressioni di noi stessi.
Spirito del Bondone di Matteo Cecchinato
L’opera è dedicata al Monte Bondone. L’opera rappresenta una creatura stilizzata le cui forme simboleggiano diversi aspetti del gruppo montuoso da cui prende il nome. Le tre “teste” riproducono le tre cime del Bondone, mentre gli intrecci complessi e la struttura sono state ispirate dai numerosi sentieri presenti, dalle rocce e dalle pareti scoscese. Ogni montagna porta con sé una moltitudine di storie e di leggende, quasi fosse un nume tutelare, un essere che può essere pacifico e svettare guardando verso il cielo o incombere sulla vita degli uomini che gli sono ai piedi.
Il sabato è davvero finito ora.