sabato 19 ottobre 2024

Megalopolis (2024)


Regia: Francis Ford Coppola
Anno: 2024
Titolo originale: Megalopolis 
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (5.0)
Pagina di I Check Movies
Segui gli aggiornamenti sul canale Vomito Ergo Rum di Telegram


Leggo e sento dire che Megalopolis, ultimo lavoro di Coppola, è uno di quei film che o lo si ama o lo si odia. Potevo essere d'accordo? Ovviamente no. Oggettivamente è un polpettone kitsch con svisionate assurde e decisamente folle che racconta una favola moderna prendendo a mani basse dal vecchio. Però vale la pena di andare a Livorno con i Mini Fisto guys a vederselo al The Space con poltroncine ultra comode e spaziose, nonostante deviazioni e code per l'esondazione del Cecina. Perchè il film, con tutta la sua complessità e le sue metafore, presenta una trama basilare e semplice, una metafora fiabesca di stampo ottimista ed utopico, ha un impatto tecnico e visivo davvero grandioso. Non è semplice stare a seguire i pipponi dialogati con decine di rimandi e citazioni ed intrattenersi nelle assurdità visionarie e palesemente pompate dalla fotografica e dalla scenografia, ma al tempo stesso ne resti affascinato. Megalopolis è il delirio anarchico (commercialmente parlando) di un colosso che vuole portare sul grande schermo un suo sogno, e proprio come un sogno, riesce a presentarci scene oniriche e surreali senza alcun compromesso. Voleva ciò che ha girato e lo ha fatto, di tasca propria, con un cast eccezionale, sempre ben inserito nella parte, che si tratti di ammirarlo durante gli esagerati dialoghi assurdi difficilmente da inquadrare in un contesto di trama, o che si tratti di ammirarne l'espressività sofferta nelle numerose scene iconiche. La storia si sviluppa con più personaggi che metaforicamente portano alla creazione di un'Utopia, spesso osteggiata dai poteri politici e conservatori, dal popolo debole ed affamato che non comprende la sofferenza della rinuncia per un bene inconcepibilmente più Alto, dal mero Denaro che deve essere versato in maniera altruistica per poter foraggiare il sogno visionario di una città adatta a tutti e dai millantatori e fomentatori che aizzano le masse solo per un proprio tornaconto. Il tutto in una visione che danza tra la fantascienza ucronistica di New Rome e quella fantastica in cui l'architetto ed artista innovativo ha il dono di fermare il tempo con lo schiocco delle dita, con richiami al passato dell'antica Roma ed al presente capitalista americano. Tanti, forse troppi elementi, buttati nel mixer caotico che li amalgama alle immagini spettacolari e variopinte, alle musiche ed alle danze estremamente kitsch, alle scenografie da kolossal anni settanta impreziosite dal lavoro del digitale. Un mescolone assurdo che tutto sommato è più complicato da descrivere e da guardare che da comprendere una volta terminata la pellicola. Megalopolis è comunque un film megalomane che dà sfogo alle bizze senili di un regista geniale. Lo riguarderei a breve? No. Entusiasta di averlo visto? Sì. Il caso è chiuso.

Nessun commento:

Posta un commento