Nonostante
la nostra indole mattiniera, ci svegliamo con calma, anche perché i due
musei che vorremmo visitare ad Anagni non aprono prima delle 9, quindi
non è necessario questa volta vedere l'alba. Il sole però non è ancora
alto quando entriamo in paese, per questo motivo possiamo gustare con
calma i primi suoni del borgo e girarci intorno senza fretta.
Le viuzze ci mostrano piccole testimonianze del passato con affreschi murali, tra cui un Cristo in trono tra i Santi Luca e Cataldo vescovo, attribuiti al Maestro della Cripta.
Il monumento più importante è sicuramente la Cattedrale di Santa Maria
con l'ormai famosissima cripta; l'articolato complesso architettonico
occupa gran parte dell'acropoli. Costruita in pieno Medioevo in stile
romanico, poi modificata nel corso del tempo con altri stili, fu
testimone, grazie alla vicinanza con Roma e alla sua importanza papale,
di grandi eventi storici, come le due scomuniche inflitte ai due
Federico, il Barbarossa e lo Stupor Mundi, o la canonizzazione di Santa
Chiara.
Il Campanile
Per
poter visitare la chiesa è necessario fare tutto il percorso museale,
passando in vari ambienti, il primo dei quali risulta essere la
Biblioteca capitolare, composta da una ricca collezione di oltre 1800
volumi, tra cui svariati incunaboli.
L'Annunciazione di Pietro Gagliardi
Il
Paliotto di San Magno, un pannello in legno a argento con l'effige del
santo, utilizzato ancora nel secolo scorso per decorare la fronte
dell'altare della Cattedrale il giorno della festa patronale.
Il tour prosegue per la sala capitolare
Reliquiario della veste della Vergine
Gli
ambienti successivi sono le sagrestie, realizzate nell'Ottocento,
chiudendo un portico che si affacciava sul chiostro. Esse accolgono una
serie di armadi a parete ancora oggi utilizzati e altre opere d'arte
compresi quei manufatti raccolti in secoli di donazioni e di
compravendite; sono qui ubicate, per esempio, le 14 tele ad olio della
via Crucis realizzate dalla scuola napoletana nel Settecento così come
il Tesoro antico della Cattedrale.
Attraverso
un manoscritto medievale conosciamo perfettamente la donazione di
Bonifacio VIII, sebbene alcuni oggetti preziosi non siano più nella
collezione; sorte meno fortunata quella donata precedentemente dal papa
Leone IV i cui pezzi non hanno più traccia fisica ma solo documentaria.
Nonostante questo il museo offre una variegata esposizione di opere
d'arte, tra cui quella di maggior prestigio risulta essere il cofanetto
reliquiario di Thomas Becket, realizzato in smalti di Limoges.
Sulla
fronte e sul coperchio sono rappresentati il martirio e la sepoltura di
San Thomas Becket, l'arcivescovo di Canterbury assassinato nel 1170. Fa
parte di una serie fortunata di oggetti con il medesimo soggetto che si
possono trovare anche in altre zone d'Europa, a testimonianza di quale
fama avessero raggiunto le gesta del santo che si opponeva al potere
regale.
Il paliotto della beata Vergine e dei Santi
Proseguendo
si giunge alla Cappella del Salvatore: "La tradizione vuole che la
Cappella sia stata realizzata per volere dello stesso vescovo Pietro da
Salerno al termine dei lavori di costruzione della Cattedrale e da lui
consacrata al Salvatore e a san Benedetto. Essa servì
sin da subito per le celebrazioni private del vescovo di Anagni e in un
primo momento era connessa con la chiesa attraverso una scala che ne
permetteva l’accesso direttamente dal presbiterio, come è evidente dalla
tamponatura del muro meridionale".
L’altare risalirebbe
agli anni della realizzazione della Cappella all’epoca del vescovo
Pietro da Salerno; esso fu realizzato con marmi di recupero, forse
provenienti dal complesso abbaziale di Villamagna. L’elemento di maggior
pregio è il pilastrino destro, probabilmente databile al V secolo.
il crocifisso
ligneo databile agli ultimi anni del XV secolo presenta una
straordinaria attenzione al realismo anatomico, come si può notare dai
dettagli della pelle e dalle vene; d’altra parte l’estrema magrezza del
corpo di Cristo e il sangue che scende copioso dal costato sottolineano
l’aspetto della sofferenza. La presenza di un meccanismo alla base della
nuca del Cristo permetteva la fuoriuscita della lingua, enfatizzando
ulteriormente l’aspetto patetico dell’opera. Sappiamo che questo
crocifisso era usato per le processioni e probabilmente il meccanismo
veniva messo in funzione proprio durante queste solenni occasioni, per
impressionare i fedeli e renderli partecipi della Passione di Cristo.
L'icona
del Salvatore di Anagni e i suoi sportelli dipinti, provenienti dalla
chiesa di Sant'Andrea. La tavola centrale, in legno di castagno,
accoglie la maestosa figura di Cristo seduto su un trono dorato mentre
nelle due tavole laterali sono rappresentati San Magno e San Secondina.
Madonna
col bambino e Rainaldo presbitero: realizzata nel 1325 da Lello de
Urbe, importante pittore cavalliniano attivo tra Roma e Napoli, autore
anche dell’affresco con San Pietro da Salerno tra sante presente nella
Cripta di San Magno. Si tratta di una preziosa icona reliquiario che
conserva le reliquie di San Tommaso d’Aquino, San Thomas Becket e San
Pietro da Salerno.
Come
se non ci fosse nient'altro da vedere, nel piano superiore è allestita
anche una pinacoteca dove è possibile vedere dipinti e quadri di
ispirazione ovviamente cattolica.
Santi anagnini accolti in Cielo dalla Vergine
La Vergine col bambino consegna il cingolo della castità a Simon Rojas di Francisco Preciado de la Vega
L'annunciazione di Pietro Gagliardi
Finalmente
dopo questo percorso ad ostacoli - e vi dirò, non oso immaginare le
facce degli stranieri - possiamo giungere, da una porta laterale, in
cattedrale; prima della visita della Cripta ci sono ancora piccoli step
che ti fanno nuovamente meravigliare.
Il
percorso ci propone la Cappella Caetani, completata nel 1296 per volere
di papa Bonifacio VIII, addossando un nuovo corpo di fabbrica alla
navata sinistra della chiesa, allo scopo di accogliere le spoglie di
alcuni personaggi legati alla figura del pontefice anagnino e per
celebrare il duplice potere, temporale e spirituale, di Bonifacio e
della sua discendenza familiare.
L’affresco che
decora la porzione di parete inquadrata dal ciborio fu realizzato tra
la fine del 1296 e il 1297, ma subì numerose ridipinture nei secoli
seguenti. Al centro la Vergine è seduta su un trono con il Bambino
benedicente; ai lati santo Stefano (a destra) e, forse, l’arcivescovo di
Canterbury Thomas Becket (a sinistra) presentano due personaggi
inginocchiati. Essi sono due esponenti importanti della famiglia
Caetani: quello di destra è Roffredo II, il potentissimo conte di
Caserta, fratello di Bonifacio VIII; quello di sinistra, che aveva in
origine un cappello cardinalizio accanto alle ginocchia, era il
cardinale Benedetto II Caetani. A causa degli infelici rifacimenti,
attuati già prima del 1749 e ancora nel corso del XIX secolo, il
cappello cardinalizio sparì dall’affresco e il cardinale venne
trasformato in frate francescano, identificato come il beato Andrea
Conti, zio materno di papa Bonifacio VIII. Anche se fortemente
rimaneggiata, l’iscrizione dipinta sotto il trono della Vergine ci
informa che nel primo sarcofago riposa il corpo di Pietro, vescovo di
Todi, maestro di papa Bonifacio VIII; nel secondo sono le spoglie di
Roffredo II Caetani; nel piedistallo sono contenute le ossa di Giacomo
Caetani, che forse va identificato con il fratello del cardinale
Benedetto II Caetani.
Sulle
pareti della cappella sono visibili tracce di una antica decorazione ad
affresco databile probabilmente agli stessi anni del ciborio. Questa
decorazione si è preservata dalle ridipinture che la cappella subì
grazie all’inserimento di un coro ligneo che l’aveva celata alla vista.
Sulla volta è rappresentato un Cristo benedicente del XIX secolo.
È
giunto il momento di scendere e raggiungere l'ambulacro, ambiente di
passaggio tra l’Oratorio di San Thomas Becket e la Cripta di San Magno.
Si tratta di un antico luogo dedicato alla sepoltura di personaggi
illustri di Anagni, che potevano ambire a essere seppelliti sotto il
pavimento della Cattedrale, in una tomba prossima al luogo sacro per
eccellenza: la Cripta. La scala di accesso dalla navata sinistra fu
aggiunta nel XVII secolo.
Si
prosegue con l'oratorio di Thomas Becket, un antico mitreo del I-II
sec. d.C., il più antico ambiente di tutto il complesso della Cattedrale
di Anagni. Esso si presenta con le caratteristiche architettoniche
originali e con la consueta copertura “a carena” (come se vedessimo una
nave rovesciata).
Difficile
far capire al lettore la bellezza del luogo, per questo motivo prendo
in prestito alcune didascalie che forse riescono a far comprendere
maggiormente la storia e la creazione di questo splendido luogo:
"La
volta sull’altare accoglie una composizione con l’Agnello Mistico tra
angeli e simboli degli Evangelisti e un’Ascensione di Cristo in mandorla
sorretta da angeli. Sulla parete destra del presbiterio trovate una
teoria di apostoli, mentre a sinistra ci sono quattro pannelli relativi
alla vita e al martirio di san Thomas Becket. Le prime due scene sono di
difficile interpretazione; la terza rappresenta il momento del martirio del santo.
Quattro cavalieri irrompono nella cattedrale di Canterbury e uno dei
fedeli di re Enrico sferra un fendente con una spada sulla testa
dell’arcivescovo inginocchiato di fronte l’altare sotto lo sguardo di
alcuni chierici. Nella quarta scena si intravede il primo miracolo
compiuto dal santo.
Sulla volta della “navata” seguiamo le storie della Genesi,
suddivise in quattro registri (fasce). Il ciclo comincia nel secondo
registro da sinistra con la Creazione dell’Universo e la Separazione
della Luce dalle Tenebre. Seguono: la Creazione di Adamo ed Eva, il
Peccato Originale, il Rimprovero dei progenitori. Sul registro
successivo, il secondo da destra: la Spada di Fuoco a guardia dell’Eden,
la Cacciata dei Progenitori, il Lavoro dei Progenitori, il Sacrificio
di Caino e Abele, l’Assassinio di Abele, Noè nell’Arca. Sul terzo
registro, appena sotto il precedente: il Sacrificio di Abramo e
Melchisedec ed episodi relativi all’incontro di Abramo con i tre angeli.
Sul quarto registro, il primo da sinistra: episodi relativi al
Sacrificio di Isacco e alla Primogenitura di Giacobbe.
Sulla parete sinistra si intravedono cinque episodi del Nuovo Testamento: l’Annunciazione, la Visitazione, la Natività, l’Adorazione dei Magi e la Presentazione al Tempio.
Sull’altro
lato trovate una teoria di santi tra cui san Remigio, san Leonardo, san
Benedetto e il gigante san Cristoforo, accanto all’antico ingresso
dell’Oratorio.
In
passato quest’ambiente fu utilizzato come cimitero per i canonici della
Cattedrale. Quest’uso improprio ha alterato lo stato di conservazione
delle pitture che risultano oggi compromesse e di difficile fruizione."
Io
non ho più parole per descrivere questo complesso architettonico,
considerando che ancora ci manca il pezzo forte, ovvero la Cripta di San
Magno; io e Jack rimaniamo estasiati. Le foto ovviamente sono una
piccola testimonianza di ciò che potremmo dire "Bellezza", ma come al
solito queste non rendono merito fino in fondo. Unica pecca, a mio
parere, è quella di non aver pensato ad una visita guidata, perché qui
appare tutto già di per sé magnifico ma non oso immaginare sapendone
anche le "storie" e le allegorie presenti.
Per quanto riguarda la Cripta, rimando direttamente al link del museo, con Cartina e spiegazione di ogni singolo elemento pittorico.
Gli affreschi si dividono in vari settori: vi sono elementi della Creazione, la zona dei Tetramorfi e la storia dei Santi, quella dei Miracoli di San Magno, quella delle Storie dell'Antico Testamento, dell'Apocalisse, delle storie di Santa Secondina e infine di San Magno
La Creazione
Il
Cristo Pantocratore, benedicente alla greca, affiancato da quattro
santi: da sinistra san Pietro apostolo, un santo (forse san Marco
Evangelista), san Leonardo e infine san Giovanni Evangelista.
Nel
catino absidale e nelle tre volte adiacenti è illustrata l’Apocalisse
di Giovanni e l'Agnello mistico, con i sette corni, i sette occhi e il
libro chiuso dai Sette Sigilli. Intorno a lui sono i quattro simboli
degli Evangelisti, mentre al di sotto i ventiquattro Vegliardi lo
venerano.
Nella
volta centrale è il Cristo Giudice, rappresentato all’interno di una
mandorla con i capelli e barba bianca, la spada che esce dalla bocca,
due chiavi in una mano e sette stelle nell’altra, simbolo delle Sette
Chiese d’Asia alle quali Giovanni indirizza il suo scritto.
Le volte invece raccontano le storia del Vecchio Testamento, con l'Arca di Noè come principale argomento.
Rimasti
senza fiato possiamo uscire dalla Cripta, non a caso chiamata
anch'essa, tra le altre, la Cappella Sistina del Medioevo. Vi è
un'ultima parte museale, ovvero il Lapidario e la collezione
archeologica dove sono conservate lapidi romane, paleocristiane,
medievali e moderne. In particolare si segnala la presenza di pezzi
dell’arredo liturgico fisso della Cattedrale carolingia del IX secolo e
preziose lastre decorate con mosaici cosmateschi del XIII secolo.
Un
visita impegnativa che ti trasporta direttamente in un altro tempo; non
ci sono ovviamente dubbi sul fatto di consigliare questo sito a
chiunque possa visitarlo. Certe volte non ci rendiamo conto davvero del
patrimonio sotto i nostri occhi.