sabato 4 gennaio 2025

CdS #5.6: da Licenza a San Polo dei Cavalieri

 
Quinta tappa, la più dura ed impegnativa, ma anche la più selvaggio ed emozionante. Il meteo rispetto a ieri è decisamente all'opposto: cielo pulito e sgombro, i raggi del sole fanno capolino e riempono la giornata. Saluto gli amici del bar della Piazza e parto bello carico per affrontare l'impegnativa salita che dopo la villa di Orazio, dono di Mecenate, mi dovrà portare al pratone che fa largo al Monte Gennaro. Salgo in mezzo ai boschi dei Monti Lucretili e i raggi del sole mi strizzano l'occhio tra i folti rami. Sono lì che sto pensando a quanta acqua invece ho preso ieri. Già, quanta acqua ho preso! Come? Preso acqua? Noooo. Mi accorgo di aver lasciato la borraccia sul comodino della stanza. Errore imperdonabile da principiante delle escursioni. La pena giusta sarebbe quella di togliere almeno cento punti esperienza dalla mia patente virtuale dell'esplotatore. Mi faccio due conti però: sono troppo lontano per tornare indietro e di conseguenza annullare la tappa. Ed intravedo speranza sapendo che c'è una fonte (due fontanili anzi) a circa un paio di ore di distanza. Posso farcela e tiro avanti. Complice anche il clima freddo ed umido non ho bisogno di abbeverarmi ogni cinque minuti. Però mi raccomando: try this (only) at home. Facendo finta di niente mi muovo riuscendo a godermi tutto il percorso in salita, che è sì impegnativa, ma non quanto la discesa che verrà. Al di là che il terreno è una continua pozza di fango, erba, foglie e radici per le forti piogge di ieri, resta un sentiero tra i meno agevoli da percorrere per via dei numerosi massi presenti. La difficoltà di percorrenza però non ne inficia la godibilità, perché il paesaggio resta vario, boschivo e selvaggio. Oggi, essendo anche sabato, incontro per la prima volta esseri umani. Anche un gruppo che percorre questa tappa e la successiva, oltre a tanti altri che risalgono verso il pratone da San Polo dei Cavalieri (o giù di lì). L'arrivo al paese avviene dolcemente, cammino da cinque giorni e mi pare di farlo da sempre con una nuova tappa ogni giorno. Questa sera alloggio nel suggestivo ed elegante Palazzetto dei Cavalieri, in pieno centro storico.

venerdì 3 gennaio 2025

CdS #4.6: da Orvinio a Licenza

 
Oggi è andata così: bagnata ed eroica. Dalle previsioni meteo aggiornate a ieri notte non c'era alcuna via di scampo per oggi. Fortuna vuole che pur essendo una delle tre tappe più impegnative, non è proibitiva farla sotto l'acqua piovente. Vestiti giusti e dovute attenzioni mi hanno permesso di arrivare a destinazione totalmente asciutto, almeno internamente. Non si può dire lo stesso per il mio passaporto del viandante, ma vuoi mettere mostrarlo con quell'aria così vissuta? Comunque Simonetta mi dà una bella descrizione della tappa e mi sento ancora più sicuro di portarla a termine senza utilizzare la più comoda strada asfaltata. Riesco infatti a concentrare il grosso della pioggia per la lunga discesa che si rivela essere anche piacevole. Questa è tra le tappe più wild con ambienti selvaggi e naturali ed è impensabile che sia sempre sotto il sole a dorare alberi e montagne. Giustamente a gennaio può anche piovere e questo oltre a far parte del gioco, fa parte della natura. Sentirsi isolati in un ambiente di questo tipo è veramente stupendo e nonostante sia il quarto giorno, la stanchezza non hs mai fatto capolino. Andrei avanti anche un altro mese in queste condizioni, per arrivare al bar del paese di Licenza, chiedere il timbro e sentirsi dire con aria stupita a cosa mi dovesse servire (avevo lasciato lo zaino fuori per non bagnare). Perché comunque di viandanti se ne vedono pochi in questo periodo e di turisti forse anche meno. Mi sistemo in un'altra struttura a mio completa disposizione: niente popò di meno che il Palazzo Orsini, uno degli edifici storici più importanti del paese, dove ha sede la foresteria comunale. Mi sento decisamente uno scrittore errante dei tempi che furono, non mi stupisco di trovare tra la mobilia un po' di laudano e dell'assenzio. Cena dar Goloso e un'altra giornata se ne è andata via come un lampo, nonostante il turismo lento che mi piace un sacco.

giovedì 2 gennaio 2025

CdS #3.6: da Castel di Tora a Orvinio

 
Terza tappa conclusa, arrivato quindi a metà circa. E con oggi si è iniziato a fare sul serio. Tanta salita, quasi tutta concentrata nella parte iniziale, assai ripida e senza addolcimenti. L'aria rispetto a ieri è pulita, non c'è nebbia e supero comunque i 1100, tanto che nel tratto finale del salitone trovo pure la neve. Una spruzzata, facilmente calpestabile. Il paesaggio è il migliore finora trovato, anche perché ogni volta che mi giro per prendere fiato e guardare in basso, da dove provengo, ho il lago di Turano sempre più piccolo ed incastonato dai monti più alti. Seguo tutto un crinale per poi giungere a Pozzaglia Sabina, dove però non spezzo la tappa, perché tanto ormai il difficile è fatto. Quindi boschetti e pascoli, ma a tradimento il sentiero è impantanato all'eccesso e devo fare una magia su un tronco per superare un guado senza dovermi togliere le scarpe (alla mal parata). Orvinio rispecchia il solitario e silenzioso archetipo di borgo visto finora: tutto chiuso perché è giovedì. Pernotto però nell'incantevole Casa dei Ricordi e mi arrangio a cena da "il Faticone" : non ha neanche l'insegna, ma è aperto sempre. Sempre. E più che arrangiarsi anche questo è un gran bel colpo di fortuna, perché la sua cucina è davvero gajarda. L'unica pecca della giornata è la pioggia pomeridiana e serale ed il fatto che domani sarà così tutto il giorno. Posticipo un po' la partenza per non prenderla forte a Licenza.

mercoledì 1 gennaio 2025

CdS #2.6: da Rocca Sinibalda a Castel di Tora

 
Buon inizio anno a tutti quanti. Oggi lascio Rocca Sinibalda coperta da una coltre di nebbia fitta fitta. Il percorso di questa seconda tappa del Cammino della Sibilla continua a coincidere per la quasi totalità con quello di San Benedetto, meno lungo e con meno dislivello rispetto a ieri, ma se volete girare per Castel di Tora mettete in conto qualche (sì, qualche) centinaio di metri in positivo. La partenza comunque ci porta a fare una salita, eccetto la parte iniziale, molto dolce e costante fin sopra alla piccola frazione di Posticciola. I sentieri sarebbero immersi nei boschi e ricchi di foliage se mi fosse permesso di vedere a cinque metri di distanza, ma nel primo mattino fischia e nebbia hanno sempre la meglio. Soprattutto quando fanno muro di fronte ai belvedere che si aprono sui colli dell'Alta Sabina e sulla valle del fiume di Turano. Posticciola merita comunque un lungo stop perché il museo diffuso a cielo aperto, i quadri, i murales e gli addobbi di benvenuto sono tanti. Da qui discesa nel bosco fino all'antico ponte romano e la diga ti si piazza davanti. Mi ha fatto un po' senso essere ai suoi piedi eh, che non si sa mai. Perdo la deviazione che evita il cancello chiuso, ma ormai con questi ho una certa dimestichezza e riesco ad aggirare l'ostacolo, per poi trovarmi ad essere sopra la diga e fare una parte del perimetro del Lago del Turano. Arrivo finalmente a Castel di Tora e con me arriva anche il sole. Alloggio al donativo di Zia Susan, gestito dalla cordiale e gentilissima Maria, che fatico non poco a trovare vista la toponomastica casuale utilizzata per vie e civici. Anche Castel di Tora, come Rocca Sinibalda è un paese parecchio silenzioso e isolato. A cena nel home Restaurant Bacco sono unico cliente e sono stati gentilissimi a garantirmi un posto quando li ho chiamati per pranzo per sapere se aprivano anche la sera. Si inizia bene l'anno, con tanta gentilezza.