La trama è volutamente lineare: un gruppo di giovani protagonisti si trova intrappolato in un incubo claustrofobico, dove i famelici Xenomorfi incarnano ancora una volta il terrore puro e l’ineluttabilità della morte. L’approccio, con personaggi di giovane età e dinamiche quasi da teen movie, potrebbe lasciare perplessi i fan più puristi, ma sorprendentemente il film riesce a bilanciare questa freschezza con i temi classici della saga: isolamento, sopravvivenza e la lotta contro un nemico insuperabile.
Visivamente, Romulus richiama le atmosfere opprimenti di Alien (1979), con spazi angusti e un sapiente uso di ombre e silenzi, mentre introduce un’azione più dinamica che anticipa i toni di Aliens - Scontro Finale (1986). Sebbene non raggiunga i picchi di tensione e profondità dei capitoli più iconici, il film offre alcune sequenze memorabili e un design dei Xenomorfi che, pur aggiornato, rimane fedele alle radici del franchise.
Per un appassionato come me, inizialmente scettico verso i nuovi capitoli, Alien: Romulus si è rivelato una piacevole sorpresa. Pur senza rivoluzionare il franchise, riesce a catturare quel terrore primordiale che ha reso celebre il mondo di Alien. È un film che, pur concedendo spazio a dinamiche pensate per attrarre un pubblico giovane, dimostra rispetto per la tradizione e offre un’esperienza visiva e narrativa degna della saga.
Forse non entrerà tra i capolavori assoluti della saga, ma è una visione che i fan non dovrebbero lasciarsi sfuggire.
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