Anno: 2024
Titolo originale: Hanno Ucciso L'Uomo Ragno - La Leggendaria Storia Degli 883
Numero episodi: 8
Stagione: 1
Facevo le medie, qualche volta avevo sentito di sfuggita, non intera No Me La Menare e credevo fosse di Jovanotti. Di cui avevo qualche cassetta "dei marocchini" presa al mare diverse estati prima. Le estati a quei tempi erano lunghe e già tre o quattro sancivano una differenza temporale epocale. Avevo smesso con quella musica "un po' demenziale" con qualche hit estiva e Francesco Salvi sul lato opposto. Però le rare volte che sentivo la radio, riuscivo a beccare Hanno Ucciso L'Uomo Ragno. Mai per intero, ma gasava abbastanza, non tanto il ritornello quanto le frasi iniziali. Non avevo ancora però la casa multipiano con piscina vista mare ed una sala dedicata alla musica con centinaia di album. Alle medie ero un poveraccio, che pur avendo un impianto hi-fi con lettore CD doveva scegliere accuratamente come spendere le proprie paghette o come meglio investire per i regali di Natale e compleanno. Così passai oltre, probabilmente per i Queen. L'estate dopo però ci fu il Festivalbar con Nord Sud Ovest Est e lo comprai. Gli 883 erano già decisamente in voga, anche se iniziarono a scoppiare proprio da quel Festivalbar in poi. C'era quello un po' stempiato che cantava e il biondino che ballava. Fine. Bastava questo per conoscere in maniera abbastanza approfondita un "gruppo". Successivamente moltissime canzoni, piacenti o meno, hanno fatto storia, almeno per noi ragazzotti degli ottanta o giù di lì, hanno rappresentato una sorta di colonna sonora della nostra vita. Pur non essendone fan o pur non ascoltandoli assiduamente. Guardare in questi otto velocissimi episodi sulla leggendaria (perchè non può essere altrimenti, romanzata in questo modo) nascita degli 883, è un vero tuffo nel passato. Non un capolavoro, ma un riuscitissimo richiamo nostalgico che amplifica quegli anni e tir riporta tutto alla memoria. Perchè la serie non riguarda soltanto il duo composto da Max Pezzali e Mauro Repetto, ma essenzialmente quegli anni ed un nuovo tipo di fare musica che è entrato prepotentemente e piacevolmente nelle case degli italiani. Esattamente come Fiorello ed il suo Karaoke che ci hanno mostrato centinaia di piazze dello Stivale. Pur consapevole degli incastri forzatamente casuali e sottoforma di "è il destino, doveva andare così" ho trovato davvero curioso ed interessante vedere l'esegesi dei testi, come sono nati, da cosa sono stati ispirati e come si sono evoluti. La mano di Sydney Sibilia è stata accorta ed accurata, non ha mai annoiato nonostante il periodo preso in esame per questa storia fosse relativamente breve e riguardasse soltanto l'epopea dell'album d'esordio degli 883. Anche le ricostruzioni con costumi e scenografie richiamano in pieno vita e personaggi dell'epoca, gli aneddoti sono simpatici, la scrittura è scherzosa e leggera, con quella punta drammatico adolescenziale che per forza doveva essere così. Non si tratta nè dei Nirvana, nè dei Doors o per restare a casa nostra dei Litfiba, ma quel che ne è venuto fuori è stato un quadro genuino da guardare senza nessun rimpianto. Ed adesso aspettiamo il proseguo anche per capire meglio la figura di Repetto ed il suo abbandono che comunque avverrà più in là nel tempo.
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