domenica 2 febbraio 2025

2024 – Lazio – Anagni – Museo della Cattedrale di Santa Maria e Cripta di San Magno

 Ed ecco a ruota anche il secondo articolo di Riccardz che potete leggere in forma originale qui. Un bel malloppone studiato di cui riporto solo alcune parti scritte che raccontano gran parte dei dettagli.

Nonostante la nostra indole mattiniera, ci svegliamo con calma, anche perché i due musei che vorremmo visitare ad Anagni non aprono prima delle 9, quindi non è necessario questa volta vedere l'alba. Il sole però non è ancora alto quando entriamo in paese, per questo motivo possiamo gustare con calma i primi suoni del borgo e girarci intorno senza fretta.

Le viuzze ci mostrano piccole testimonianze del passato con affreschi murali, tra cui un Cristo in trono tra i Santi Luca e Cataldo vescovo, attribuiti al Maestro della Cripta.

Il monumento più importante è sicuramente la Cattedrale di Santa Maria con l'ormai famosissima cripta; l'articolato complesso architettonico occupa gran parte dell'acropoli. Costruita in pieno Medioevo in stile romanico, poi modificata nel corso del tempo con altri stili, fu testimone, grazie alla vicinanza con Roma e alla sua importanza papale, di grandi eventi storici, come le due scomuniche inflitte ai due Federico, il Barbarossa e lo Stupor Mundi, o la canonizzazione di Santa Chiara.

Il Campanile

Per poter visitare la chiesa è necessario fare tutto il percorso museale, passando in vari ambienti, il primo dei quali risulta essere la Biblioteca capitolare, composta da una ricca collezione di oltre 1800 volumi, tra cui svariati incunaboli.

L'Annunciazione di Pietro Gagliardi

Il Paliotto di San Magno, un pannello in legno a argento con l'effige del santo, utilizzato ancora nel secolo scorso per decorare la fronte dell'altare della Cattedrale il giorno della festa patronale.

Il tour prosegue per la sala capitolare

Reliquiario della veste della Vergine

Gli ambienti successivi sono le sagrestie, realizzate nell'Ottocento, chiudendo un portico che si affacciava sul chiostro. Esse accolgono una serie di armadi a parete ancora oggi utilizzati e altre opere d'arte compresi quei manufatti raccolti in secoli di donazioni e di compravendite; sono qui ubicate, per esempio, le 14 tele ad olio della via Crucis realizzate dalla scuola napoletana nel Settecento così come il Tesoro antico della Cattedrale.

Attraverso un manoscritto medievale conosciamo perfettamente la donazione di Bonifacio VIII, sebbene alcuni oggetti preziosi non siano più nella collezione; sorte meno fortunata quella donata precedentemente dal papa Leone IV i cui pezzi non hanno più traccia fisica ma solo documentaria. Nonostante questo il museo offre una variegata esposizione di opere d'arte, tra cui quella di maggior prestigio risulta essere il cofanetto reliquiario di Thomas Becket, realizzato in smalti di Limoges.

Sulla fronte e sul coperchio sono rappresentati il martirio e la sepoltura di San Thomas Becket, l'arcivescovo di Canterbury assassinato nel 1170. Fa parte di una serie fortunata di oggetti con il medesimo soggetto che si possono trovare anche in altre zone d'Europa, a testimonianza di quale fama avessero raggiunto le gesta del santo che si opponeva al potere regale.

Il paliotto della beata Vergine e dei Santi

Proseguendo si giunge alla Cappella del Salvatore: "La tradizione vuole che la Cappella sia stata realizzata per volere dello stesso vescovo Pietro da Salerno al termine dei lavori di costruzione della Cattedrale e da lui consacrata al Salvatore e a san Benedetto. Essa servì sin da subito per le celebrazioni private del vescovo di Anagni e in un primo momento era connessa con la chiesa attraverso una scala che ne permetteva l’accesso direttamente dal presbiterio, come è evidente dalla tamponatura del muro meridionale".

L’altare risalirebbe agli anni della realizzazione della Cappella all’epoca del vescovo Pietro da Salerno; esso fu realizzato con marmi di recupero, forse provenienti dal complesso abbaziale di Villamagna. L’elemento di maggior pregio è il pilastrino destro, probabilmente databile al V secolo.

il crocifisso ligneo databile agli ultimi anni del XV secolo presenta una straordinaria attenzione al realismo anatomico, come si può notare dai dettagli della pelle e dalle vene; d’altra parte l’estrema magrezza del corpo di Cristo e il sangue che scende copioso dal costato sottolineano l’aspetto della sofferenza. La presenza di un meccanismo alla base della nuca del Cristo permetteva la fuoriuscita della lingua, enfatizzando ulteriormente l’aspetto patetico dell’opera. Sappiamo che questo crocifisso era usato per le processioni e probabilmente il meccanismo veniva messo in funzione proprio durante queste solenni occasioni, per impressionare i fedeli e renderli partecipi della Passione di Cristo.

L'icona del Salvatore di Anagni e i suoi sportelli dipinti, provenienti dalla chiesa di Sant'Andrea. La tavola centrale, in legno di castagno, accoglie la maestosa figura di Cristo seduto su un trono dorato mentre nelle due tavole laterali sono rappresentati San Magno e San Secondina.

Madonna col bambino e Rainaldo presbitero: realizzata nel 1325 da Lello de Urbe, importante pittore cavalliniano attivo tra Roma e Napoli, autore anche dell’affresco con San Pietro da Salerno tra sante presente nella Cripta di San Magno. Si tratta di una preziosa icona reliquiario che conserva le reliquie di San Tommaso d’Aquino, San Thomas Becket e San Pietro da Salerno.

Come se non ci fosse nient'altro da vedere, nel piano superiore è allestita anche una pinacoteca dove è possibile vedere dipinti e quadri di ispirazione ovviamente cattolica.

Santi anagnini accolti in Cielo dalla Vergine

La Vergine col bambino consegna il cingolo della castità a Simon Rojas di Francisco Preciado de la Vega

L'annunciazione di Pietro Gagliardi

Finalmente dopo questo percorso ad ostacoli - e vi dirò, non oso immaginare le facce degli stranieri - possiamo giungere, da una porta laterale, in cattedrale; prima della visita della Cripta ci sono ancora piccoli step che ti fanno nuovamente meravigliare.

Il percorso ci propone la Cappella Caetani, completata nel 1296 per volere di papa Bonifacio VIII, addossando un nuovo corpo di fabbrica alla navata sinistra della chiesa, allo scopo di accogliere le spoglie di alcuni personaggi legati alla figura del pontefice anagnino e per celebrare il duplice potere, temporale e spirituale, di Bonifacio e della sua discendenza familiare.

L’affresco che decora la porzione di parete inquadrata dal ciborio fu realizzato tra la fine del 1296 e il 1297, ma subì numerose ridipinture nei secoli seguenti. Al centro la Vergine è seduta su un trono con il Bambino benedicente; ai lati santo Stefano (a destra) e, forse, l’arcivescovo di Canterbury Thomas Becket (a sinistra) presentano due personaggi inginocchiati. Essi sono due esponenti importanti della famiglia Caetani: quello di destra è Roffredo II, il potentissimo conte di Caserta, fratello di Bonifacio VIII; quello di sinistra, che aveva in origine un cappello cardinalizio accanto alle ginocchia, era il cardinale Benedetto II Caetani. A causa degli infelici rifacimenti, attuati già prima del 1749 e ancora nel corso del XIX secolo, il cappello cardinalizio sparì dall’affresco e il cardinale venne trasformato in frate francescano, identificato come il beato Andrea Conti, zio materno di papa Bonifacio VIII. Anche se fortemente rimaneggiata, l’iscrizione dipinta sotto il trono della Vergine ci informa che nel primo sarcofago riposa il corpo di Pietro, vescovo di Todi, maestro di papa Bonifacio VIII; nel secondo sono le spoglie di Roffredo II Caetani; nel piedistallo sono contenute le ossa di Giacomo Caetani, che forse va identificato con il fratello del cardinale Benedetto II Caetani.

Sulle pareti della cappella sono visibili tracce di una antica decorazione ad affresco databile probabilmente agli stessi anni del ciborio. Questa decorazione si è preservata dalle ridipinture che la cappella subì grazie all’inserimento di un coro ligneo che l’aveva celata alla vista. Sulla volta è rappresentato un Cristo benedicente del XIX secolo.

È giunto il momento di scendere e raggiungere l'ambulacro, ambiente di passaggio tra l’Oratorio di San Thomas Becket e la Cripta di San Magno. Si tratta di un antico luogo dedicato alla sepoltura di personaggi illustri di Anagni, che potevano ambire a essere seppelliti sotto il pavimento della Cattedrale, in una tomba prossima al luogo sacro per eccellenza: la Cripta. La scala di accesso dalla navata sinistra fu aggiunta nel XVII secolo.

Si prosegue con l'oratorio di Thomas Becket, un antico mitreo del I-II sec. d.C., il più antico ambiente di tutto il complesso della Cattedrale di Anagni. Esso si presenta con le caratteristiche architettoniche originali e con la consueta copertura “a carena” (come se vedessimo una nave rovesciata).

Difficile far capire al lettore la bellezza del luogo, per questo motivo prendo in prestito alcune didascalie che forse riescono a far comprendere maggiormente la storia e la creazione di questo splendido luogo:

"La volta sull’altare accoglie una composizione con l’Agnello Mistico tra angeli e simboli degli Evangelisti e un’Ascensione di Cristo in mandorla sorretta da angeli. Sulla parete destra del presbiterio trovate una teoria di apostoli, mentre a sinistra ci sono quattro pannelli relativi alla vita e al martirio di san Thomas Becket. Le prime due scene sono di difficile interpretazione; la terza rappresenta il momento del martirio del santo. Quattro cavalieri irrompono nella cattedrale di Canterbury e uno dei fedeli di re Enrico sferra un fendente con una spada sulla testa dell’arcivescovo inginocchiato di fronte l’altare sotto lo sguardo di alcuni chierici. Nella quarta scena si intravede il primo miracolo compiuto dal santo.

Sulla volta della “navata” seguiamo le storie della Genesi, suddivise in quattro registri (fasce). Il ciclo comincia nel secondo registro da sinistra con la Creazione dell’Universo e la Separazione della Luce dalle Tenebre. Seguono: la Creazione di Adamo ed Eva, il Peccato Originale, il Rimprovero dei progenitori. Sul registro successivo, il secondo da destra: la Spada di Fuoco a guardia dell’Eden, la Cacciata dei Progenitori, il Lavoro dei Progenitori, il Sacrificio di Caino e Abele, l’Assassinio di Abele, Noè nell’Arca. Sul terzo registro, appena sotto il precedente: il Sacrificio di Abramo e Melchisedec ed episodi relativi all’incontro di Abramo con i tre angeli. Sul quarto registro, il primo da sinistra: episodi relativi al Sacrificio di Isacco e alla Primogenitura di Giacobbe.

Sulla parete sinistra si intravedono cinque episodi del Nuovo Testamento: l’Annunciazione, la Visitazione, la Natività, l’Adorazione dei Magi e la Presentazione al Tempio.

Sull’altro lato trovate una teoria di santi tra cui san Remigio, san Leonardo, san Benedetto e il gigante san Cristoforo, accanto all’antico ingresso dell’Oratorio.

In passato quest’ambiente fu utilizzato come cimitero per i canonici della Cattedrale. Quest’uso improprio ha alterato lo stato di conservazione delle pitture che risultano oggi compromesse e di difficile fruizione."

Io non ho più parole per descrivere questo complesso architettonico, considerando che ancora ci manca il pezzo forte, ovvero la Cripta di San Magno; io e Jack rimaniamo estasiati. Le foto ovviamente sono una piccola testimonianza di ciò che potremmo dire "Bellezza", ma come al solito queste non rendono merito fino in fondo. Unica pecca, a mio parere, è quella di non aver pensato ad una visita guidata, perché qui appare tutto già di per sé magnifico ma non oso immaginare sapendone anche le "storie" e le allegorie presenti.

Per quanto riguarda la Cripta, rimando direttamente al link del museo, con Cartina e spiegazione di ogni singolo elemento pittorico.

Gli affreschi si dividono in vari settori: vi sono elementi della Creazione, la zona dei Tetramorfi e la storia dei Santi, quella dei Miracoli di San Magno, quella delle Storie dell'Antico Testamento, dell'Apocalisse, delle storie di Santa Secondina e infine di San Magno

La Creazione

Il Cristo Pantocratore, benedicente alla greca, affiancato da quattro santi: da sinistra san Pietro apostolo, un santo (forse san Marco Evangelista), san Leonardo e infine san Giovanni Evangelista.

Nel catino absidale e nelle tre volte adiacenti è illustrata l’Apocalisse di Giovanni e l'Agnello mistico, con i sette corni, i sette occhi e il libro chiuso dai Sette Sigilli. Intorno a lui sono i quattro simboli degli Evangelisti, mentre al di sotto i ventiquattro Vegliardi lo venerano.

Nella volta centrale è il Cristo Giudice, rappresentato all’interno di una mandorla con i capelli e barba bianca, la spada che esce dalla bocca, due chiavi in una mano e sette stelle nell’altra, simbolo delle Sette Chiese d’Asia alle quali Giovanni indirizza il suo scritto.

Le volte invece raccontano le storia del Vecchio Testamento, con l'Arca di Noè come principale argomento.

Rimasti senza fiato possiamo uscire dalla Cripta, non a caso chiamata anch'essa, tra le altre, la Cappella Sistina del Medioevo. Vi è un'ultima parte museale, ovvero il Lapidario e la collezione archeologica dove sono conservate lapidi romane, paleocristiane, medievali e moderne. In particolare si segnala la presenza di pezzi dell’arredo liturgico fisso della Cattedrale carolingia del IX secolo e preziose lastre decorate con mosaici cosmateschi del XIII secolo.

Un visita impegnativa che ti trasporta direttamente in un altro tempo; non ci sono ovviamente dubbi sul fatto di consigliare questo sito a chiunque possa visitarlo. Certe volte non ci rendiamo conto davvero del patrimonio sotto i nostri occhi.

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