sabato 8 febbraio 2025

2024 – Lazio – Parco nazionale del Circeo – San Felice Circeo

 

Ed infine l'ultimo articolo di Riccardz (versione completa qui) della nostra gita sul Circeo, in cui è descritta la sua versione di quando lo ritrovai steso a pelle d'orso, esanime e avvolto dai fumi del delirio per gli effetti della disidratazione.
 

Se il sabato è stato dedicato interamente alla cultura, oggi è il giorno del trekking e gli occhi di Jack già luccicano. Mi ero raccomandato, mio malgrado, che il tragitto scelto fosse semplice e per principianti, visto che questo era stato scelto già in un precedente tentativo di gita, andato in fumo. Le rassicurazioni fornite e anche il dislivello non troppo eccessivo mi avevano indotto a credere della fattibilità dell’impresa e così, signor giudice, eccomi qui.

Dovendo ritornare a casa in giornata è necessario centellinare i tempi pertanto, anche in questo caso, la partenza è decisamente mattiniera; poco male, ad attenderci c’è uno dei più piccoli parchi nazionali d’Italia, ovvero quello del Circeo. Il nome del parco deriva dalla cima più alta del comprensorio e la nostra meta è proprio quella; che qualcosa dovesse andare storto lo dovevo intuire già dal caldo asfissiante e soprattutto da quel cartello EE che in tutte le lingue del mondo sta a significare Escursionisti Esperti. Non che io mi faccia scoraggiare, ma le pendenze, l’esposizione e soprattutto la roccia da scalare a mani nude – sì, non sarà stata una parete rocciosa, ma le braccia erano fondamentali – ha fatto sì che mi perdessi d’animo per qualche istante. La prima parte del tragitto in realtà, in mezzo ad un fitto bosco, è risultato essere anche piacevole, ma la mancanza d’acqua, di fontanelle dove caricare la borraccia e la vista lontana del monte mi ha fatto fare la scelta più sofferta ma alquanto intelligente della giornata: “Vai avanti tu, io torno indietro”. Lo so, è uno smacco, ma certe volte le scelte più dure sono anche quelle più sagge e sono felice di averle fatte. In realtà poi la cime non era così distante ma io avevo bisogno di riposo e quindi opto per la dipartita, sebbene poi Jack mi raggiunga al punto di partenza non più tardi di un quarto d’ora. Leggenda vuole che Jack abbia visto in lontananza una figura stesa per terra agonizzante; in realtà ero soltanto io che lo stavo attendendo sul ciglio della strada tranquillamente. Speravo di trovare al parcheggio il bar aperto, almeno per dissetarmi, ma tutto sembrava chiuso da tempo. Seppur non completato, il tragitto permette di vedere panorami unici e una vegetazione sempre verde che però va a scomparire in favore della pietra locale. Una volta terminato il trekking decidiamo di pranzare nel paese più prossimo, o soprattutto per quanto mi riguarda di bere il più possibile. Giunti a San Felice Circeo, per chi non lo sapesse altro BBI, e dopo una bottiglia di due litri, decidiamo di visitare anche il paese.Anche in questo caso il borgo è quello tipicamente medievale, trasformato in luogo turistico dove ogni via è caratterizzata da locali, piccoli negozi di souvenir o ristoranti. La sua posizione geografica fa sì di essere uno dei luoghi ideali per una vacanza dedita al mare e alle vicine città d’arte, ma in realtà, ancora per una volte debbo dire che nella sua specificità non ho trovato nulla di speciale o particolare. Il nostro fine settimana si conclude qui, torniamo in quel di Piombino con la consapevolezza di aver visitato luoghi importanti da tutti i punti di vista, sia storici, sia archeologici, sia ambientali. Siamo entrati ad agosto e siamo usciti a settembre. Mi attende un autunno pieno di novità ma ben pochi viaggi.

 

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