domenica 2 marzo 2025

Il Mondo Dei Robot (1973)


Regia: Michael Crichton
Anno: 1973
Titolo originale: Westwold
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (6.9)
Pagina di I Check Movies
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Film:
Avete mai sentito parlare della serie TV Westworld? Sicuramente sì: è o era in onda su Sky ed ho intravisto sui social diversi articoli a riguardo nel corso degli anni. La volevo anche guardare, poi però non ho capito se è successo un patatrack con la seconda o terza stagione, se volevano cancellarla o qualcosa di simile. Insomma non ne ho seguito i rumors e non mi è mai capitato di vedermela. Casualmente, non so dietro quale ricerca, qualche settimana fa "scopro" che il primo film girato da Michael Crichton (che conosco ed apprezzo essenzialmente come scrittore) è proprio il Mondo Dei Robot, in lingua originale Westworld. E così, prima di Jurassic Park  aveva già immaginato un futuro in cui l’intrattenimento tecnologico si trasforma in un incubo. Il mondo dei robot è un film del 1973 (20 anni di anticipo quindi) che, con mezzi limitati ma idee visionarie, ha gettato le basi per molte delle ossessioni della fantascienza moderna: l’intelligenza artificiale fuori controllo, il rapporto tra uomo e macchina e i pericoli dell’iperrealismo nella simulazione. L’ambientazione è Delos, un futuristico parco a tema dove i ricchi, per mille dolla(ri) al giorno possono immergersi in ricostruzioni storiche di Roma imperiale, Medioevo e soprattutto Far West, interagendo con androidi estremamente realistici che esaudiscono ogni desiderio, dalle sparatorie alle fantasie più oscure. I protagonisti, Peter (Richard Benjamin) e John (James Brolin, il babbo del per me più conosciuto Josh), scelgono il Westworld, dove si trovano a fronteggiare un androide pistolero (Yul Brynner) programmato per perdere sempre. Ma quando un errore nel sistema innesca una ribellione delle macchine, la finzione cede il passo all’orrore e la vacanza si trasforma in una fuga disperata. La regia di Crichton è essenziale e diretta, concentrandosi più sul concetto che sulla spettacolarità. Il ritmo è inizialmente lento, quasi documentaristico, per poi accelerare nella seconda parte, quando il film si trasforma in un thriller d’azione. Certo, gli effetti speciali oggi risultano datati, ma il film è stato innovativo nell’uso del punto di vista robotico, con riprese in pixel-art per simulare la visione artificiale (una novità assoluta per l’epoca). La vera icona del film è Yul Brynner nel ruolo del pistolero senza nome. Con il suo sguardo glaciale e i movimenti meccanici, è il precursore di tutti gli androidi assassini del cinema, una sorta di antenato di Terminator . Il suo volto impassibile diventa la manifestazione perfetta dell’inesorabilità della macchina che si ribella, una minaccia priva di emozioni e impossibile da fermare. L’aspetto più interessante di Il mondo dei robot è la riflessione sulla tecnologia come strumento di potere e illusione. Delos è un mondo senza conseguenze, dove i visitatori possono sfogare istinti repressi, convinti di avere il controllo. Ma cosa succede quando la tecnologia smette di obbedire? Il film anticipa il dibattito moderno sull’intelligenza artificiale, sulla realtà virtuale e sui rischi di affidare troppo alle macchine. E' sicuramente un film con qualche ingenuità narrativa e visiva, ma la sua idea è ancora potente. Se lo si guarda oggi, sembra quasi un prologo di Jurassic Park  e la sua influenza sul genere fantascientifico è innegabile. 
 
Edizione: bluray
Edizione base e scarna, ma vista l'età del prodotto non mi lamento affatto: dal punto di vista della qualità video  è più che discreto, mi aspettavo qualcosa di più per la traccia audio è mono (divisa su due canali) mentre gli extra sono:
  • Behind the scenes: On location with Westworld (9 minuti)
  • 1980 TV pilot (48 minuti)
  • Trailer
 
 

Mr. Vendetta (2002)


Regia: Park Chan-wook
Anno: 2002
Titolo originale: Boksuneun Naui Geot (복수는 나의 것) 
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (7.5)
Pagina di I Check Movies
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Film:
 “La vendetta è un piatto che va servito freddo”, dice il proverbio. Ma nel primo capitolo della trilogia della vendetta di Park Chan-wook, il piatto è sporco di sangue e servito con un senso di inevitabilità tragica che travolge ogni personaggio. Con “Mr. Vendetta” (2002), il regista sudcoreano costruisce un'opera cruda e spietata, un noir che scava nel dolore umano e nella spirale della ritorsione senza possibilità di redenzione.
Ryu (Shin Ha-kyun) è un operaio sordo che cerca disperatamente di salvare la sorella malata, bisognosa di un trapianto di rene. Dopo essere stato truffato da un’organizzazione clandestina di trafficanti d’organi, si affida all’ultima risorsa possibile: rapire la figlia di un ricco imprenditore (Song Kang-ho), sperando di ottenere il denaro necessario per l’operazione. Ma il destino ha altri piani. Una serie di eventi inarrestabili trasforma il suo gesto disperato in un incubo di morte e vendetta, coinvolgendo Dong-jin, il padre della bambina, in un duello silenzioso e spietato dove il dolore si tramuta in rabbia e la giustizia in carneficina.
Park Chan-wook mette in scena un thriller che si discosta dalle classiche narrazioni di vendetta. Qui non c’è un eroe e non c’è un villain: ci sono solo vittime. La violenza, mai gratuita, è mostrata con un realismo disturbante e senza spettacolarizzazione. Non ci sono montaggi frenetici o musiche incalzanti a coprire il rumore della morte: il regista sceglie il silenzio, la lentezza, la crudezza. I momenti più atroci vengono mostrati con un distacco quasi documentaristico, lasciando che il peso delle azioni parli da solo.
Dal punto di vista estetico, il film è un capolavoro visivo. Le inquadrature simmetriche, i colori saturi e l’uso delle geometrie creano un contrasto stridente con la brutalità della storia. L’acqua, presente in molte scene chiave, diventa un simbolo ricorrente di vita e morte, con il fiume che finisce per essere una metafora della fatalità che trascina tutti i personaggi verso il loro destino.Se in “Oldboy” (2003), il secondo film della trilogia, la vendetta è accompagnata da una ricerca della verità e un senso di giustizia distorta, in “Mr. Vendetta” è solo disperazione. Nessuno ottiene ciò che vuole. Nessuno esce vincitore. La vendetta non è un atto liberatorio, ma un processo inevitabile che si autoalimenta fino a lasciare solo macerie umane.“Mr. Vendetta” è un film difficile, che non offre facili risposte né momenti di sollievo. È il ritratto di un mondo in cui la miseria umana e le ingiustizie sociali trasformano anche le persone più comuni in carnefici. Park Chan-wook firma un’opera amara e spietata, il primo tassello di una trilogia che ridefinirà il genere revenge movie, influenzando il cinema internazionale per anni.Non è un film per tutti, ma se sei disposto a farti trascinare in un vortice di tragedia e violenza inesorabile, allora merita assolutamente di essere visto.
 
Edizione: bluray 4K
Le edizione della Midnight sono sempre tra le più belle. Qui abbiamo un cartoncino rigido che fa da slipcover alla bella custodia a libretto. Due gli artwork utilizzati e due i dischi contenuti: il primo con il film in 4K ed il secondo con il bluray. Abbiamo anche lo spazio per l'alloggiamento della cartolina da collezione e per il booklet a colori di 22 pagine. Tracce audio originale ed italiana in DTS HD MA multicanale ed i seguenti extra:
  • Commento audio del regista
  • Making of (30 minuti)
  • Gli storyboard (10 minuti)
  • Gli effetti speciali (7 minuti)
  • La vendetta secondo Kim Newman (14 minuti)
  • Trailer originale
 

sabato 1 marzo 2025

Il territorio di Corsano

 
Con Marzo che inizia di sabato mi sentivo un po' in colpa a non fare niente nonostante non avessi programmato a lungo. Così ecco che spunta fuori un'escursione nel senese, ma non troppo in su, di quelle che puoi quasi considerare dietro casa. In un territorio, quello di Ville di Corsano, che non avevo mai conosciuto o preso in considerazione, ma in cui non mancano scorci di un certo interesse. A partire dal territorio in sè ovvero boschi fitti e silenziosi che si aprono improvvisamente su colline verdeggianti e cipressi, ma anche pievi, vecchi mulini, casolari, antichi villaggi e ville come appunto ricorda il nome di queste frazioni ai piedi di Monteroni d'Arbia. Ai sentieri nei boschi si affiancano le strade bianche per attraversare questo tipico e rilassante paesaggio rurale. Una piacevole sgambatella per non tenere ferme le membra. 

Album fotografico Ville di Corsano.