IL DECLINO DEL SUPPORTO FISICO: ANCHE I MOBILI GETTANO LA SPUGNA
C’è un problema sottovalutato nell’inarrestabile declino del supporto fisico: trovare un mobile decente per i DVD e i Blu-ray è diventata un’impresa titanica. Non parlo delle solite librerie IKEA che si adattano a tutto e a niente, ma di veri e propri espositori pensati per collezioni organizzate, magari con dimensioni studiate apposta per evitare di sprecare spazio.
Una volta, chi collezionava film aveva a disposizione interi cataloghi di soluzioni dedicate. Torri porta-DVD, scaffali modulari, persino eleganti mobili con ante a vetro. Poi è arrivato lo streaming, il digitale, il cloud. E con essi, la desertificazione del mercato dei supporti fisici. Non solo i film in formato disco sono diventati prodotti di nicchia, ma anche i mobili per contenerli sono scomparsi quasi del tutto. Se cerchi qualcosa oggi, ti ritrovi a fare i conti con quattro possibilità:
- L’usato vintage – Oggetti fuori produzione, spesso trovabili solo su eBay o mercatini dell’usato. Peccato che molti abbiano design discutibili o siano progettati in plastica per le collezioni non proprio da esporre
- Adattare mobili generici – Le librerie BILLY e KALLAX di IKEA regnano sovrane. Ma sono soluzioni pensate per libri, non per DVD e Blu-ray, con ripiani spesso troppo profondi o altezze inutilmente abbondanti. Un’accozzaglia di dischi che scivolano indietro, di spazi vuoti e di organizzazioni raffazzonate.
- Soluzioni artigianali – Farsi costruire mobili su misura è possibile, ma decisamente costoso. Oppure bisogna armarsi di pazienza e spirito di adattamento, modificando mobili esistenti con divisori e staffe improvvisate.
- Sborsare soldi o perdere tempo – Esistono ancora prodotti specifici, ma spesso hanno prezzi ingiustificatamente alti o si trovano solo in negozi di nicchia. L’alternativa è passare ore su vari store online, confrontando modelli che sembrano perfetti in foto ma che poi, nei dettagli, hanno sempre qualche difetto o limite frustrante.
Nel corso degli ho trovato comunque diverse soluzioni, anche se purtroppo con disponibilità limitata. Non me ne vogliate, ma a sto giro non metto link per paura che possiate finirmi ogni scorta.
Questa situazione è lo specchio di una realtà ormai evidente: il mercato non crede più nei supporti fisici, e di conseguenza non investe più nei complementi d’arredo per chi vuole conservarli. Chi colleziona film oggi è costretto a muoversi come un archeologo nel proprio tempo, cercando di preservare con dignità qualcosa che il mondo ha deciso di abbandonare.
Eppure, il paradosso è che il supporto fisico, per gli appassionati, ha ancora un valore insostituibile. Qualità video e audio superiore, edizioni limitate, contenuti speciali, il piacere di possedere qualcosa di tangibile. Ma per il mercato, se non puoi chiuderlo in un hard disk o in un server, semplicemente non esiste più.
Mi chiedo fino a quando si troveranno ancora mobili adatti prima che anche gli ultimi esemplari diventino reliquie di un’epoca passata. Magari, tra qualche anno, il mobile porta-DVD diventerà un pezzo d’antiquariato, un oggetto di culto per collezionisti nostalgici. Ma fino ad allora, chi non vuole rinunciare a esporre la propria collezione dovrà accontentarsi di soluzioni di fortuna. O costruirsele da solo.
Libri e vinili resistono, i CD arrancano
C’è però una curiosa eccezione a questo declino generalizzato: i libri. Fortunatamente, per loro esistono ancora librerie di ogni forma e dimensione, pensate per ospitare collezioni di qualsiasi genere. Anche il vinile, dato per morto decenni fa, è riuscito a risorgere con una forza inaspettata, e infatti non è raro trovare mobili specifici per raccogliere e organizzare LP in modo ordinato e funzionale.
I CD, invece, seguono la triste sorte dei DVD. Anche loro sembrano ormai confinati alla categoria degli ingombri inutili, tanto che trovare un mobile decente per esporli è quasi altrettanto difficile. Sembra che il mondo abbia deciso che la musica debba esistere solo in digitale, senza più bisogno di spazio fisico.
Alla fine, sembra che la selezione naturale dell’arredamento abbia decretato che solo alcuni supporti meritano di sopravvivere. Per il resto, ci tocca arrangiarci.
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