Autore: Jack Vance
Anno: 1969
Titolo originale: Servants Of The Wankh
Voto e recensione: 3/5
Pagine: 146
Acquista su Amazon
Trama del libro e quarta di copertina:
Commento personale e recensione:
Dopo Naufragio su Tschai , ho proseguito l’esplorazione del mondo di Tschai con il secondo volume della quadrilogia di Jack Vance, Le insidie di Tschai. Ancora una volta, la forza del romanzo sta nelle straordinarie descrizioni delle popolazioni indigene e aliene che abitano questo pianeta esotico e pericoloso. Vance dimostra una maestria unica nel costruire società complesse e diversificate, ognuna con le proprie usanze, regole e assurdità, che a un occhio esterno possono sembrare tanto affascinanti quanto incomprensibili.
La narrazione segue ancora Adam Reith, il terrestre precipitato su Tschai che cerca disperatamente un modo per tornare a casa. In questo secondo capitolo del suo viaggio, il protagonista si confronta con culture sempre più bizzarre e spietate, ognuna con una logica interna che sfida i valori e le convinzioni del lettore. È impossibile non fare un paragone con le innumerevoli civiltà che hanno popolato e popolano la Terra: tradizioni, credenze e strutture sociali che, viste dall’esterno, possono sembrare assurde o contrarie a ogni etica conosciuta, ma che per chi le vive sono perfettamente normali.
Proprio questo è uno degli aspetti più affascinanti della lettura: la capacità di Vance di spingere il lettore a riflettere su quanto la relatività culturale sia un concetto inevitabile. Su Tschai, ciò che per noi è mostruoso può essere considerato normale, mentre ciò che riteniamo scontato può essere visto come un’assurdità. In questo viaggio tra società marcatamente aliene, ci si rende conto di quanto anche la nostra Terra sia un universo di diversità spesso inconciliabili ai nostri occhi.
Rispetto al primo volume, Le insidie di Tschai prosegue con lo stesso ritmo serrato e l’alternanza di avventura, pericolo e scoperta. Reith continua a destreggiarsi tra alleanze instabili e incontri con creature e individui che potrebbero tradirlo in qualsiasi momento. La tensione è costante, ma ciò che rende il tutto ancora più coinvolgente è proprio il senso di meraviglia che accompagna ogni nuova tappa del viaggio.
Chi ha apprezzato il primo romanzo troverà in questo secondo capitolo un’evoluzione naturale, con nuove sfide e nuovi scorci su un mondo incredibilmente ricco. E chi ama la fantascienza d’avventura con un tocco antropologico non può che restare affascinato dall’universo di Tschai, sebbene proseguendo si trova un po' meno "scienza" e maggiore "fanta".
Nessun commento:
Posta un commento