
Regia: Maurizio Lucidi
Anno: 1971
Titolo originale: La Vittima Designata
Voto e recensione: 5/10
Pagina di IMDB (6.6)
Pagina di I Check Movies
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Il thriller italiano degli anni ’70 ha spesso cercato di mescolare tensione psicologica e atmosfere noir, e La Vittima Designata di Maurizio Lucidi ne è un perfetto esempio. Uscito nel 1971, il film si inserisce nel filone del giallo all’italiana, ma con forti influenze hitchcockiane, in particolare dal classico Delitto Per Delitto – L’altro Uomo (1951), di cui riprende lo spunto narrativo dello scambio di omicidi.
La storia ruota attorno a Stefano Augenti (Tomas Milian), un pubblicitario milanese con una vita frustrante. Intrappolato in un matrimonio infelice con la ricca moglie Luisa (Marisa Bartoli), Stefano ha una relazione con una giovane amante e sogna di fuggire con lei. Durante un viaggio a Venezia, incontra il misterioso Conte Matteo Tiepolo (Pierre Clémenti), un aristocratico eccentrico e manipolatore che gli propone uno scambio di delitti: il Conte ucciderà la moglie di Stefano, mentre lui dovrà eliminare il fratello di Tiepolo, con cui ha un rapporto di odio profondo. Stefano, inizialmente scettico, si ritroverà presto coinvolto in un gioco mortale.
Uno degli elementi più riusciti del film è la sua ambientazione. Venezia, con i suoi canali e palazzi decadenti, diventa il palcoscenico perfetto per una storia di inganni e ossessioni. La fotografia di Aldo Tonti sfrutta al meglio la città lagunare, creando un’atmosfera sospesa tra il gotico e il surreale. Il contrasto tra Milano e Venezia è netto: la prima è rappresentata come una metropoli grigia e opprimente, mentre la seconda è quasi un labirinto onirico in cui il protagonista si perde, non solo fisicamente ma anche psicologicamente.
Tomas Milian offre una performance misurata, lontana dai suoi ruoli più iconici nel cinema poliziottesco. Il suo Stefano è un uomo debole e tormentato, prigioniero delle proprie scelte. Pierre Clémenti, invece, è perfetto nel ruolo del Conte Tiepolo: elegante, ambiguo, quasi diabolico. Il suo personaggio è il vero motore della vicenda, un burattinaio che sembra muoversi con sicurezza in un mondo di inganni e illusioni.
Rispetto ai classici gialli italiani del periodo, La Vittima Designata si distingue per un ritmo più lento e un approccio più psicologico. Non ci sono efferati omicidi o gesta spettacolari, ma una tensione sottile che cresce scena dopo scena. Il film gioca molto sulla suggestione e sulla paranoia del protagonista, portandolo verso un finale beffardo e quasi inevitabile.
Un aspetto curioso per chi è abituato alla filmografia italiana di Tomas Milian è il fatto che qui reciti con la propria voce, senza il classico doppiaggio di Ferruccio Amendola. Questo crea una sensazione particolare per lo spettatore, rendendo il personaggio di Stefano Augenti ancora più distante dai ruoli successivi di Milian. Un dettaglio interessante emerge in una battuta in cui il protagonista dice "tocca legno" invece di "tocca ferro", un'espressione che probabilmente riflette le sue origini cubane e che suona inconsueta in italiano. Questo piccolo slittamento linguistico aggiunge ulteriore fascino alla performance, rendendo Stefano un personaggio ancora più fuori posto nel mondo in cui si muove.
La vittima designata è un thriller raffinato e affascinante, che merita di essere riscoperto. Pur ispirandosi chiaramente a Hitchcock, riesce a costruire una propria identità, grazie alla regia di Lucidi e alle ottime interpretazioni di Milian e Clémenti. Un film elegante e inquietante, che lascia lo spettatore con un senso di ineluttabilità tipico dei migliori noir.
Edizione: DVD
Edizione italiana abbastanza rara con traccia originale in stereo Dolby Digital ed i seguenti extra:
- Trailer
- locandina originale
- Galleria fotografica
- 2 schede con immagini e testuali
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